Milano – 3 miliardi di euro. A tanto ammonta il valore generato dalla filiera italiana del riciclo nel 2022. Un valore messo a rischio dal nuovo regolamento europeo degli imballaggi (leggi qui) approvato nei giorni scorsi dalla commissione Ambiente Ue che, di fatto, favorisce il riuso anziché il riciclo. Un valore reso noto dal Conai e che cresce di anno in anno: ammontava a 1,5 mld nel 2010, e si aggirava attorno ai 2 miliardi nel 2020, per un totale che negli ultimi 25 anni supera i 38 mld di euro.
Come evidenziato dal quotidiano di Confindustria, “il valore della materia recuperata grazie al riciclo è di 2 miliardi (667 milioni la quota realizzata da Conai, 1,4 miliardi dal libero mercato). Quello dell’energia prodotta dalla valorizzazione energetica dei rifiuti da imballaggio raggiunge i 20 milioni. Sono 11,8 milioni le tonnellate di materia vergine che si è evitato di estrarre e utilizzare grazie al riciclo degli imballaggi nel 2022, ed è stata evitata l’emissione di 10,2 milioni di CO2 lo scorso anno”.
“Siamo uno dei nove Stati membri che, lo scorso giugno, era sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclo, secondo la Commissione Europea”, spiega Ignazio Capuano, presidente di Conai, al Sole 24 Ore. “Ora si attende il voto in Parlamento tra qualche settimana. Per fare un commento sul tema aspetterei la votazione in plenaria, prevista nella seconda parte di novembre, e l’esito del trilogo. Le commissioni Envi e Itre hanno già proposto diversi emendamenti, non sempre in accordo fra loro. E’ ragionevole pensare che il testo votato il mese scorso impatterebbe sui benefici del riciclo in modo negativo. Ma la bozza molto probabilmente cambierà. Per questo è bene aspettare per dare un giudizio”.