Roma – Nella puntata di Report andata in onda domenica 29 dicembre (leggi qui), ampio spazio è stato dedicato anche a Eataly, e in particolare alle condizioni che avrebbero consentito a Oscar Farinetti di creare il primo punto vendita del format nell’ex stabilimento torinese della Carpano, dove si produceva il vermouth. Gli intervistatori hanno chiesto a Oscar se è leggenda secondo cui, quando cercava un posto per far nascere Eataly, arrivato davanti alla Carpano “si è aperto la bottega e ha fatto pipì davanti a un muro”, decidendo che era il posto giusto? “Sì, è vero, sa siamo animali, abbiamo istinti animaleschi”, ha ammesso Farinetti.
Eataly nasce a Torino nel 2007, nel complesso del Lingotto: 11mila metri quadri, concessi gratuitamente per 60 anni dall’allora sindaco del Partito Democratico Sergio Chiamparino, in cambio della ristrutturazione. Il Comune di Torino fa un bando per assegnarlo, a cui si presenta solo Farinetti. “Gliel’hanno cucito un po’ addosso?” chiede Report. “Direi di no. Lei vede la parte negativa di una cosa bellissima”.
Il 12 settembre 2004, il Comune di Torino invita a fare proposte alternative a quella di Farinetti. Non si propone nessuno. “Non mi permetterei mai di far mettere a un istituto pubblico, che sia Comune o Regione dei soldi per sprecarli. Ma ritengo che Eataly abbia avuto il coraggio”. Nella trasmissione è stato però ricordato che i conti di Eataly hanno spesso presentato delle difficoltà. “Perde un sacco di soldi“, ha spiegato il consulente economico/finanziario della trasmissione. “Si vede anche sotto il profilo della diminuzione patrimoniale, del patrimonio netto. Consideri che negli ultimi tre anni [con riferimento a 2020/2022, ndr] ha perso 100 milioni di euro. Nel 2020 è stato fatto un aumento di capitale e se lo sono mangiato negli anni successivi. E adesso si regge perché è arrivato un altro grosso imprenditore. Che evidentemente valorizzerà il marchio. Bisogna dare atto a Farinetti che è bravo con i marchi”.
Due anni fa, lo ricordiamo, la quota di maggioranza è stata ceduta alla InvestIndustrial di Andrea Bonomi. Andrea Rasca, amministratore delegato di Mercato Metropolitano, ha ricordato, in merito al rapporto di Eataly coi fornitori, regolato a suo dire da una cifra d’ingresso. “Per entrare a far parte di Eataly ed essere sullo scaffale, pagavano o in prodotto gratuito o in cash. Che è del tutto normale nei supermercati. Però se lo possono permettere i grandi gruppi. I piccoli gruppi fanno molta fatica”.
Rasca ha ricordato di essere stato invitato a cena da Farinetti nel punto vendita di Torino. Qui Oscar gli avrebbe chiesto di aiutarlo a fare il primo sviluppo internazionale, in Giappone. “Abbiamo aperto ed è stato un successo straordinario. Poi il management di Eataly ha pensato che i prodotti dovevano diventare un po’ più industriali”. Di qui le dimissioni di Rasca. “Ho fatto una cazzata”, ha ricordato Farinetti. “In Giappone una pizza la mangiano in sei. Trenta grammi di pasta, o una bottiglia di vino ci va il turno per fargliela bere”.