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Restrizioni all’export verso la Russia, le linee guida per gestire i contratti extra-Ue

2022-10-03T12:04:37+02:003 Ottobre 2022 - 12:04|Categorie: Mercato|Tag: , , , , , |

Bruxelles (Belgio) – A oltre sette mesi dall’introduzione delle prime sanzioni Ue e di altri Paesi del blocco occidentale che limitano l’export di beni verso la Russia e la Bielorussia, sono operativi i controlli delle autorità europee nei confronti dei traffici, riscontrando sempre più violazioni delle sanzioni. Tutto ciò rende di fondamentale importanza per le aziende attive internazionalmente gestire i contratti con le controparti extra-Ue, al fine di non violare le restrizioni. In alcuni settori, sono particolarmente significativi i divieti per le aziende italiane, che comprendono numerosi prodotti tipici made in Italy come, ad esempio, vini e spumanti, gioielli e prodotti di abbigliamento del valore superiore a 300 euro. Per individuare eventuali dazi e misure applicabili, stando a quanto riporta Italia Oggi, il punto di partenza sono gli standard della World customs organization (Wco). Che propone una classificazione doganale uniformemente riconosciuta, utilizzata in oltre 200 Paesi al mondo. Ogni bene dispone di un codice a sei cifre, che consente di individuare il corretto assolvimento daziario, nonché eventuali misure restrittive all’export o import. I divieti disposti verso la Russia non riguardano soltanto le operazioni direttamente effettuate verso tale Paese, ma anche le triangolazioni in Stati non allineati alle sanzioni europee, come Cina e Serbia.

 

 

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