Desenzano del Garda (Bs) – A inizio anno sono calate le vendite al dettaglio di Grana Padano, mentre il Parmigiano Reggiano ha dato segni di ripresa. Ma “ciò che preoccupa maggiormente è la costante crescita dei formaggi similari“, spiega Stefano Berni, direttore generale del Consorzio Grana Padano, in un comunicato. Infatti, se il Padano a gennaio ha registrato un calo delle vendite al dettaglio in Italia del 7,7%, con una quota di mercato del 42,5%, e il Reggiano ha invece segnato un incremento del 12,5%, raggiungendo uno share del 31,9%, i similari hanno ottenuto un aumento delle vendite del 16%, portando la loro quota di mercato al 25,6%.
Berni spiega le ragioni di questo andamento. La prima “riguarda le strategie promozionali della Gdo che sta dedicando sempre più attenzione ai formaggi similari. Questi hanno, infatti, beneficiato di un aumento delle promozioni sugli sconti del 2%, mentre il Grana Padano ha subito una riduzione delle stesse promozioni del 6%”. Inoltre, aggiunge Berni, “il listino medio al consumo del Grana Padano è aumentato dell’8,1%, attestandosi a 16,2 euro/kg, mentre quello del Parmigiano Reggiano è cresciuto del 6,9%, raggiungendo 20,6 euro/kg. I formaggi similari, invece, hanno registrato un aumento più contenuto, pari al 3,4%, con un prezzo medio di 13,85 euro/kg”.
“Il vero problema, quindi”, conclude il direttore generale del Consorzio Grana Padano, “non è mai stato la concorrenza con il Parmigiano Reggiano, ma piuttosto la crescita costante dei similari, che continua a erodere quote di mercato a discapito dei grandi formaggi Dop. Per il futuro sarà cruciale adottare strategie mirate per difendere il valore e l’identità del Grana Padano, contrastando l’avanzata di formaggi che fanno leva sulla mancanza di trasparenza sullo scaffale”.
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