Uffici stampa: la maledizione del giornalista (2)

2025-06-06T11:28:17+02:006 Giugno 2025 - 11:28|Categorie: Editoriali del direttore|Tag: , |

Il mese scorso (leggi qui) abbiamo pubblicato la prima puntata di un editoriale che analizzava il mondo che ruota intorno agli uffici stampa. Laddove, accanto a professionisti seri e preparati, c’è una giungla di improvvisati e ‘scappati di casa’. Non sono mancati esempi fra i più vari.

Ma siccome qualcuno ha avuto da ridire, come mi aspettavo, continuo la mia analisi, fornendo ulteriori esempi. Quella che segue è una mail di un ufficio stampa che si accorge di aver sbagliato a inviare un’immagine. Domanda: ma non le controllano prima di farle uscire? “Buongiorno, con la presente vi segnaliamo l’immagine corretta da utilizzare e vi chiediamo gentilmente di sostituirla a quella inviata precedentemente”. In questo altro caso invece l’errore è doppio, come sottolinea anche lo stesso ufficio stampa. “Buongiorno a tutti, perdonate l’invio doppio ma dalla casa madre ci informano che la news è sotto embargo fino al [data, ndr]. Chiediamo cortesemente a chi avesse già messo online la news di oscurarla e riprogrammarla per la data indicata”.

Qui invece è stato sbagliato addirittura il valore del fatturato. “Cari colleghi, scusandoci fin d’ora per l’imprecisione, nello specifico sul totale del fatturato 2024 che è stato corretto, riproponiamo il comunicato di bilancio di [azienda, ndr], realtà di spicco nel settore… che testimonia il suo percorso dalla visione avanguardistica, caratterizzato da tecnologia, ricerca e da un costante impegno verso la sostenibilità ambientale”. Ottima la visione avanguardistica. Ma di cosa stiamo parlando: Avanguardia Operaia o Nazionale? Stupisce poi il fatto che non si controlli la qualità dell’immagine. “Buongiorno, ci scusiamo per il disguido, ma segnaliamo che nella precedente comunicazione l’immagine allegata presentava una resa compromessa. Per garantire la massima qualità delle pubblicazioni già effettuate o in uscita, vi inviamo la versione corretta dell’immagine, chiedendovi gentilmente – ove possibile – di procedere con la sostituzione. L’immagine è disponibile in alta definizione qui”.

In questo caso invece la mail spiega il lancio di una nuova linea di prodotti. Ma contiene vari errori. Segnalati successivamente. “L’azienda torna a Tuttofood con un’offerta sempre più innovativa e internazionale, pensata per accompagnare i consumatori di tutto il mondo. E prosegue il suo percorso di crescita internazionale e anche quest’anno partecipa a Tuttofood [ancora, ndr]. L’evento, in programma a Milano dal 5 all’8 maggio, rappresenta uno degli appuntamenti più rilevanti a livello globale per tutto il settore agroalimentare. In occasione della fiera, l’azienda lancia in anteprima per il mercato italiano la nuova gamma… Grazie alla pratica confezione monouso on the go, si tratta di uno prodotto innovativo, pensato per rispondere alle esigenze dei consumatori moderni, sempre più attenti alla praticità e alla qualità degli alimenti. Il prodotto è ideale da gustare nei momenti di pausa e capaci di coniugare bontà, comodità e benessere”. Nel frattempo noi avevamo già lanciato la notizia…

In altri casi l’errore è del marketing che non ha inviato all’ufficio stampa le notizie corrette. A volte dunque si crea una sorta di corto circuito fra le due anime della comunicazione con ricadute deleterie sulla stessa. Questi sono solo alcuni esempi di quanto i giornalisti ricevono quotidianamente. Questi ultimi poi, a volte, sono degli emeriti cafoni. Spesso gli inviti e i recall sono appannaggio delle stagiste o delle ultime venute. Così scatta lo scherno o lo sfottò nei confronti di queste povere ragazze a cui hanno insegnato che il giornalista è sacro e non va mai contraddetto. Invece spesso è un pirla che sfrutta la sua posizione. Ne ricordo uno in particolare che aveva cercato di ‘farsi’ una bella signorina di un ufficio stampa. Dopo una stalkerizzazione violenta, al netto rifiuto della giovin fanciulla, aveva cancellato tutte le news relative all’azienda promossa da quell’ufficio stampa. Un autentico esempio di ‘uomo di m….’.

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