New York – I lavoratori dell’International Longshoremen’s Association (Ila) hanno raggiunto un accordo provvisorio con la United States Maritime Alliance, ponendo fine allo sciopero che la scorsa settimana, per quattro giorni, ha bloccato i porti della costa orientale e del Golfo del Messico (leggi qui).
Il contratto quadro è stato esteso fino al 15 gennaio, mentre le due parti sono tornate al tavolo delle trattative per elaborare un nuovo contratto. L’accordo provvisorio prevede un aumento dei salari del 61,5% in sei anni. Il sindacato chiedeva un aumento salariale del 77% e accusava gli spedizionieri di “truffare” i clienti, con conseguente aumento dei costi per i consumatori americani. Secondo l’Ila, gli spedizionieri chiedono ora 30mila dollari per un container pieno, un aumento rispetto ai 6mila dollari di poche settimane fa.
I timori collegati allo sciopero avrebbero determinato un’impennata degli acquisti beni di prima necessità come carta igienica, acqua e asciugamani di carta. Costco e Walmart hanno predisposto piani di emergenza e la catena H-E-B ha assicurato su X i clienti propri clienti, affermando che gli scaffali sarebbero rimasti riforniti durante lo sciopero. Kroger ha fissato temporaneamente dei limiti di acquisto su alcuni prodotti, come carta igienica e acqua. Secondo l’emittente americana KHOU 11, banane, cioccolatini, carni importate, birra, liquori e vino sono i prodotti che avrebbero subito le maggiori ripercussioni durante lo sciopero portuale.