Siena (Si) – I dati del 22esimo rapporto Ismea-Qualivita, che analizza la Dop economy italiana, mostrano un comparto da 20,2 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2023 (+0,2% su base annua), per un incremento del 52% in 10 anni e un contributo del 19% al fatturato complessivo dell’agroalimentare italiano. Cresce così il segmento del cibo (+3,5%) che supera per la prima volta i 9,17 miliardi di euro, per un fatturato al consumo finale che sfiora i 18 miliardi (+3,6%). Spiccano i formaggi (+5,3%), con oltre 5,5 miliardi di euro, gli oli di oliva (+33%), i prodotti di panetteria e pasticceria (+9%), e le carni fresche (+10%). Frena invece il vino imbottigliato, sia per quantità (-0,7%) che per valore (-2,3%), e si attesta su 11 miliardi di euro. In particolare, i vini Dop registrano un calo della quantità imbottigliata (-4%), per un valore pari a 9,08 miliardi (-3,7%), mentre per i vini Igp cresce (+6%), per un valore di 1,95 miliardi nel 2023 (+4,8%).
L’export registra invece un valore di 11,6 miliardi di euro (-0,1% sul 2022) con trend positivo nei Paesi dell’Unione Europea (+5,3%), ma negativo in quelli extra-Ue (-4,6%). Il settore del cibo realizza 4,67 miliardi di euro (+0,7% sul 2022; +90% sul 2013), con crescite in valore per formaggi, pasta e olio di oliva. Per il vino cala la quantità esportata (-2,9%) per un valore pari a 6,89 miliardi di euro (-0,6%), in tenuta dopo il balzo del 10% del 2022 e con un trend del +66% sul 2013.
Alla base del sistema della Dop economy italiana vi sono 317 Consorzi di tutela autorizzati dal ministero dell’Agricoltura che coordinano il lavoro di oltre 194mila imprese delle filiere cibo e vino capaci di generare lavoro per quasi 850mila occupati (dati Inps). In particolare, il settore vitivinicolo Dop e Igp conta 332.506 occupati, mentre il comparto cibo 585.543.