I negozi di vicinato non devono essere dei depositi dei fornitori ma dei pdv prima di servizi, poi di prodotti. Come i konbini giapponesi

2025-06-26T14:46:11+02:0030 Giugno 2025 - 08:45|Categorie: Il Graffio, in evidenza|Tag: , , , |

Di Luigi Rubinelli

In tutto il Giappone, si possono trovare circa 50mila konbini, in pratica delle superette, molto lontane, però, dalle logiche assortimentali e di vendita italiane.

Il termine konbini deriva dalle parole inglesiconvenience store, (letteralmente negozi comodi) e si riferiscono a quei negozi divenuti parte integrante della società giapponese. Questi market sono presenti in tutto il Giappone, dalle grandi alle piccole città fino ad arrivare alle aree rurali.
Offrono una vasta gamma di servizi e prodotti, rendendoli indispensabili per i residenti, gli studenti e i visitatori. I prezzi sono leggermente più alti.

In un saggio, lo scrittore Takahashi Genichiro ha coniato il termine konbiniensu-kyokai (convenience churces) affermando che i konbini e la comodità sono rispettivamente la chiesa e la religione della società giapponese. In Giappone i konbini sono oltre 56mila (uno ogni 2.300 abitanti) e a Tokyo è difficile non imbattersi in uno fra 7 Eleven, FamilyMart o Lawson ogni qualche centinaio di metri. Trovandosi per lo più in aree urbane, la maggior parte dei konbini ha una metratura contenuta (in media circa 100 mq) e rimane aperto 24 ore al giorno. Lo spazio viene ottimizzato per contenere le circa 3mila tipologie diverse di prodotti che spaziano dai classici bento (i tipici lunch-box dei salaryman giapponesi) alle bevande anti-sbornia (sempre per i salaryman giapponesi), dallo stufato alle cravatte, fino ad arrivare ai biglietti per i concerti. Le persone vi si recano per qualsiasi tipo di esigenza da soddisfare immediatamente e a qualsiasi ora del giorno o della notte.

Ad esempio, al konbini si va per:

  • comprare un pacchetto di sigarette,
  • consumare un pasto veloce,
  • prelevare dall’ATM (il Giappone è prevalentemente un paese cash-based),
  • usare gratuitamente il bagno,
  • farsi un caffè on-the-go,
  • pagare le bollette o le tasse,
  • inviare pacchi,
  • ricaricare la batteria dello smart phone,
  • acquistare uno spazzolino last-minute o dei farmaci generici,
  • ritirare acquisti fatti online,
  • ricaricarsi di alcolici in vista della serata,
  • fare delle fotocopie,
  • comprare un ombrello,
  • comprare un cavo dell’iPhone,
  • cercare riparo nel caso si venga inseguiti da uno stalker
  • e ammazzare il tempo prima di un appuntamento leggendo le riviste in esposizione (Fonte: IlSole24Ore).

 

Il cibo costituisce circa il 60% dei ricavi di un konbini e nella quasi totalità dei casi si tratta di cibo pronto per essere consumato. In ogni caso si parla di alimenti di accettabile qualità e freschezza essendo spediti allo store dal centro di distribuzione dalle 3 alle 5 volte al giorno.

Tra gli alimenti più popolari si annoverano:

  • gli onigiri(anche omusubi), palle di riso con diversi ripieni avvolte in foglie d’alga, il cibo ready-made più rappresentativo del Giappone.
  • sando, ovvero sandwich triangolari fatti con pane morbido che si scioglie in bocca. Il più ricercato è sicuramente quello con uova e maionese.
  • I bento, i già citati lunch-box che vengono riscaldati in loco e variano in base alla stagione spaziando dai donburial riso al curry (nello stile giapponese, che differisce molto da quello di altri paesi asiatici), dal yakisoba alla pasta.
  • L’oden, ovvero lo stufato giapponese in brodo di dashiche si mangia tipicamente nel periodo invernale e che può contenere tofu, daikon, uova ecc.
  • Inoltre, ogni settimana vengono introdotti nuovi prodotti che sostituiscono quelli meno richiesti cosicché alla fine di un anno, oltre due terzi dei 3mila prodotti venduti in store saranno stati sostituiti.
  • Infine, i konbini sono tra i datori di lavoro che più facilmente accolgono lavoratori stranieri, agevolando un processo di integrazione altrimenti complicato, in un paese dove la quota di stranieri non supera il 2% della popolazione.

Differenze con altri esercizi commerciali

Rispetto a un normale negozio di alimentari, offre meno prodotti alimentari, una vasta gamma di altri prodotti, orari di apertura più prolungati, bevande calde e cibi precotti che spesso possono essere scaldati sul posto con il forno a microonde. Rispetto ai bar offrono un servizio di qualità inferiore, prezzi più bassi e una varietà maggiore di cibi precotti.

Un altro servizio molto utile è la possibilità di pagare le bollette e l’assicurazione sanitaria: basterà portare il bollettino in cassa per effettuare il pagamento.

I konbini giapponesi fungono inoltre da sportelli postali e vendono francobolli per le lettere, che potrai spedire tramite le cassette spesso poste davanti al negozio. Costituiscono inoltre un punto di ritiro e spedizioni per pacchi e ordini, molto comodo quando si vuole inviare i propri bagagli da un luogo all’altro.

Un ultimo servizio molto utile lo offrono le macchinette per l’acquisto dei biglietti per concerti, autobus, eventi, musei e addirittura voli aerei.

Il parere di Alimentando

Se state studiando nuove forme di superette, fermatevi, fate prima un viaggio in Giappone per capire il successo dei 50mila kombini e poi rimettetevi al lavoro.

Il loro paradigma è:

  • quello che serve al cliente,
  • non quello che serve ai centri di distribuzione o ai fornitori.

Non è una provocazione, tutt’altro. È un modo diverso di vedere il commercio, il suo contesto, le sue particolarità e la sua società dalle mille sfaccettature.

 

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