Roma – Il deputato della Lega Davide Bergamini, ha rivolto un’interrogazione al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare Lollobrigida in merito al prezzo del grano duro, che è tornato al livello di 10 anni fa. Nel giugno 2015 veniva quotato a 305-310 euro a tonnellata, esattamente quanto oggi. “A causa di queste quotazioni, che per molti agricoltori rendono la coltivazione del grano duro non più conveniente – in alcuni casi non coprono neanche i costi di produzione – nell’ultimo anno si è registrata una contrazione media delle superfici coltivate in Italia tra il 6 per cento e l’8 per cento, con punte fino al -10% nel Sud e nelle Isole”, spiega Bergamini. I dati Ismea dicono che nell’ultimo anno sono state importate oltre 614mila tonnellate (circa un quarto del totale) dal Canada e 337mila tonnellate dalla Turchia (più del 12 per cento) e 287mila tonnellate dal Kazakistan (circa l’11%). “I cereali importati dall’estero in molti casi sono coltivati usando prodotti da anni vietati in Europa. Ad esempio, nella coltivazione del grano turco vengono usati fungicidi sospettati di avere effetti cancerogeni e tossici per le api, oppure come il glifosato, l’essiccante vietato in Italia in pre-raccolta e usato anche sul grano canadese e su quello russo”, si legge nell’interrogazione, che domanda al ministro quali azioni intenda adottare per salvaguardare la produzione nazionale.
Bergamini (Lega), interrogazione al ministro Lollobrigida sul prezzo del grano duro
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