Roma – “È uno scenario che va scongiurato ed è importante l’azione del Governo, con i Ministri Lollobrigida e Tajani, insieme a Ice”. Così Ettore Prandini, presidente di Coldiretti, commenta la notizia dei dazi che l’amministrazione Usa vorrebbe applicare sulla pasta italiana. (leggi qui) “Dobbiamo difendere e valorizzare la filiera della pasta, negli Usa come in Italia, per non svendere una delle nostre eccellenze simbolo. Così come chiediamo il giusto prezzo per il grano italiano, riteniamo sia fondamentale garantire un giusto valore per la pasta. Le accuse di dumping americane sono inaccettabili e strumentali al piano di Trump di spostare le produzioni negli Stati Uniti”.
La Coldiretti chiede al Governo italiano e all’Unione Europea di agire con decisione per proteggere un prodotto che non è solo un alimento, ma un vero simbolo della Dieta Mediterranea e dell’identità agroalimentare italiana. In gioco ci sono la qualità, il lavoro e la reputazione di un’intera filiera che rappresenta l’Italia nel mondo.
L’associazione ha pubblicato in queste ore delle Faq (che riportiamo di seguito), in modo che tutti siano informati della problematica che si è venuta a creare.
- Perché un dazio del 107% sarebbe un problema per la pasta italiana? Perché raddoppierebbe i costi negli Usa, riducendo drasticamente l’export e favorendo le imitazioni ‘Italian sounding’.
- Quanto vale il mercato americano per la pasta Made in Italy? Nel 2024 ha raggiunto 671 milioni di euro, rappresentando uno sbocco strategico per il settore.
- Cosa dice Coldiretti sulle accuse di dumping? Le ritiene inaccettabili e strumentali, legate al piano di Trump di spostare produzioni negli Usa.
- Quali sono le richieste di Coldiretti? Un’azione forte del Governo italiano e dell’Ue per difendere la pasta, il grano e l’intera filiera agroalimentare italiana.