Assalzoo: “Industria mangimistica impegnata verso una zootecnia a impatto zero”

2021-05-25T09:44:13+01:0025 Maggio 2021 - 09:35|Categorie: Carni|Tag: , , , |

Roma – I mangimifici contribuiscono solo per il 5% delle emissioni della filiera zootecnica. È quanto emerge dal Rapporto ambientale 2020 presentato ieri in videoconferenza da Assalzoo, l’associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici. Dal report risulta infatti che la principale fonte di impatto usata nei mangimifici è l’energia, seguita dagli imballaggi. Per il resto l’industria fa uso solo di materie prime agricole. La scelta degli ingredienti è strategica nel segno della sostenibilità: il mangimista può scegliere materie prime prodotte responsabilmente, formulare mangimi efficienti, impiegare residui di altre produzioni alimentari o prodotti non più destinati all’uomo. “I mangimifici vogliono giocare un ruolo importante verso l’obiettivo comune di una zootecnia a impatto zero”, spiega Marcello Veronesi, presidente di Assalzoo. “A favore dell’ambiente sono già state adottate svariate misure: la circolarità, il costante impegno per il miglioramento degli indici di conversione, l’ammodernamento degli impianti fino all’alimentazione di precisione”. Tuttavia, come sottolineato nel corso della videoconferenza, dell’impegno del settore verso l’ambiente (così come dei progressi compiuti sul fronte del rispetto del benessere animale) non si dà atto debitamente. Giovanna Parmigiani, componente di giunta di Confagricoltura, spiega: “Molto si deve ancora fare per quantificare il beneficio ambientale delle aziende agricole. Come Confagricoltura, ad esempio, stiamo lavorando affinché ci vengano riconosciuti i certificati verdi”. La sostenibilità della zootecnia italiana deve essere quindi un valore da trasferire al consumatore e la distribuzione gioca un ruolo importante su questo fronte. Claudio Mazzini responsabile commerciale freschissimi di Coop Italia, sottolinea: “Il nostro protocollo vuole trovare un nuovo modello economico che tuteli di più sia chi produce che chi consuma. Bisogna essere più efficienti, fare filiera per stabilizzare gli elementi economici e dare un valore aggiunto che l’italianità merita di sicuro”.

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