Gli animalisti di Ciwf Italia contro grana e parmigiano: “Nei Disciplinari almeno 100 giorni di pascolo per le vacche”

2017-11-29T11:00:25+02:0028 Novembre 2017 - 17:53|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , , , |

Milano – L’associazione Ciwf Italia, che si batte per l’allevamento rispettoso degli animali, ha lanciato una petizione per chiedere ai consorzi di tutela di grana padano e parmigiano reggiano di attivare, entro la fine del 2018, un programma di modifiche ai disciplinari che garantisca almeno 100 giorni di pascolo ogni anno per le vacche da latte e incoraggi il benessere animale. La vicenda prende le mosse da una video-inchiesta dell’associazione, condotta, nell’estate 2017, in alcuni allevamenti che forniscono il latte ai due consorzi. Indagine che avrebbe evidenziato l’assenza di accesso al pascolo, l’utilizzo di mangimi contenenti Ogm e, in generale, condizioni volte a massimizzare la performance produttiva degli animali. Non si è fatta attendere la replica dei consorzi interessati. Quello del parmigiano reggiano definisce ‘insostenibili’ le accuse, e spiega: “Non è vero che si può parlare di maltrattamento animale per la filiera del parmigiano reggiano.
Gli allevamenti della filiera sono infatti sottoposti ai controlli dei veterinari come previsto dalla normativa vigente europea”. L’Ente ha tra l’altro precisato che, nel disciplinare della Dop, “non si parla di benessere animale perché tale variabile non rientra nei compiti attribuiti al disciplinare di produzione. Nonostante ciò, il Consorzio è particolarmente sensibile al tema della qualità della vita delle bovine e si sta impegnando in un progetto di certificazione e trasparenza del benessere animale per implementare un sistema di certificazione”. Quanto all’alimentazione delle vacche, il Consorzio ha chiarito che, secondo il disciplinare, almeno il 50% dei foraggi deve essere autoprodotto e il 75% deve provenire, in ogni caso, dalla zona d’origine. Il Consorzio del grana padano, dal canto suo, respinge fermamente le accuse: “Parte proprio dalla stalla il percorso per la produzione di grana padano e solo un latte di qualità, che si ottiene esclusivamente da vacche sane e ben tenute, consente di ottenere un prodotto di qualità. Le circa 4.500 stalle che conferiscono latte ai caseifici produttori di grana padano questo lo sanno, e il Consorzio di tutela pone grande attenzione a questo fattore di sensibilità e rispetto, chiedendo con decisione ai caseifici consorziati di raccomandare, alle stalle conferenti, comportamenti rispettosi del benessere animale e procedure di produzione virtuose. Pertanto respingiamo le accuse di chi vorrebbe far passare il messaggio secondo cui il Consorzio grana padano non avrebbe a cuore il benessere animale delle vacche che producono il latte per il formaggio”.

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