Biologico: l’Italia pronta a raggiungere il 25% della Sau entro il 2030

2020-11-27T10:00:54+02:0023 Novembre 2020 - 12:08|Categorie: Bio|Tag: , , , |

Verona – L’Italia è prima in Europa per numero di operatori con oltre 80mila aziende bio. Nel 2019, infatti, è stata raggiunta la spesa record di 3,3 miliardi di euro, col 4% di incidenza su quella agroalimentare globale. Al momento, le superfici agricole dedicate al bio sono cresciute del 79% negli ultimi dieci anni, raggiungendo oggi quasi il 16% della Sau (Superficie agricola utilizzata) italiana. E raggiungere il 25% entro il 2030, è uno degli obiettivi del Green Deal e delle strategie Farm to Fork e Biodiversity. Questi i dati emersi durante il convegno inaugurale di B/Open, la rassegna dedicata al bio-foods & natural self-care, in programma oggi e domani sulla piattaforma digitale Veronafiere. La sfida europea è ambiziosa, ma i numeri sintetizzati dal ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, posizionano l’Italia fra le realtà europee che meglio hanno saputo cogliere l’opportunità del biologico. Il settore guarda con interesse al nuovo regolamento comunitario, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2022, ha specificato Elena Panichi, responsabile dell’unità Biologico della Direzione generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione europea. Le risorse non mancano. Lo ha sottolineato anche Paolo De Castro, coordinatore S&D in Commissione Agricoltura del Parlamento Ue. Presenti al convegno anche Giuseppe Romano (Aiab), Riccardo Cozzo (Assocertbio), Enrico Amico (Demeter Italia) e Maria Grazia Mammuccini (Federbio) che hanno chiesto l’impegno di ridurre la burocrazia e lavorare sui bio-distretti, sulla formazione come elemento di spinta per gli operatori e per incentivare i consumi.

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