Carne coltivata (1): il Senato approva il divieto di produzione e commercializzazione in Italia. Stop anche al ‘meat sounding’

2023-07-20T09:07:30+02:0020 Luglio 2023 - 08:30|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: , , |

Roma – Il Senato ha approvato il disegno di legge che vieta la produzione e la commercializzazione della carne coltivata in Italia. 93 i voti favorevoli, 28 i contrari e 33 gli astenuti. Il ddl – presentato nei mesi scorsi dal ministro del Masaf, Francesco Lollobrigida, volto a contrastare in Italia cibi, bevande e mangimi realizzati a partire da colture cellulari o da tessuti animali – era già stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso marzo (leggi qui).

Il provvedimento decreta al contempo il divieto dell’utilizzo della denominazione ‘carne’ per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali: arriva dunque un freno al ‘meat sounding’ nel segno di un’operazione trasparenza per acquisti consapevoli. Obiettivo del provvedimento, infatti, è “tutelare il patrimonio zootecnico nazionale, riconoscendo il suo valore culturale, socio-economico e ambientale, assicurando al contempo un elevato livello di tutela della salute umana e degli interessi dei cittadini-consumatori”.

Per gli operatori del settore alimentare e del comparto mangimi che violano questi divieti è prevista, oltre alla confisca della mercanzia, una sanzione amministrativa pecuniaria da un minimo di 10mila euro fino a un massimo di 60mila euro o del 10% del fatturato totale annuo realizzato nell’ultimo esercizio quando tale importo è superiore a 60mila euro. E’ prevista anche la chiusura dello stabilimento di produzione da uno a tre anni, e per lo stesso periodo gli imprenditori sanzionati non potranno accedere a contributi, finanziamenti o agevolazioni da parte dello Stato, da enti pubblici o dall’Ue.

“Il Disegno di legge ci pone all’avanguardia nel mondo”, ha commentato Francesco Lollobrigida, su Twitter. “Siamo il primo Paese a vietare la commercializzazione, importazione e produzione di cibo sintetico. Un altro fondamentale passo nell’unica direzione che il Governo Meloni conosce: quella dell’interesse nazionale.”.

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