Roma – “La crescita della fake meat e dei prodotti analoghi a base vegetale è solo apparente in quanto tali prodotti, pur trovando spazio negli scaffali grazie a cospicui investimenti, girano poco perché il consumatore assaggiandoli tende poi a non ricomprarli”. Con questa affermazione, Assocarni e Uniceb rispondono alle dichiarazioni di Salvatore Castiglione, responsabile Qualità e sicurezza Danone e presidente del Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food sulla crescita del comparto della fake meat e di prodotti analoghi a base vegetale. Luigi Scordamaglia, presidente Assocarni, ribadisce anche che “il ‘meat naming’ rappresenta una vera e propria frode per il consumatore in quanto lo induce a credere di acquistare un prodotto ad alto valore nutrizionale con le proteine nobili della carne per trovarsi poi in mano un prodotto in cui spesso l’unica componente è l’acqua o vegetali ultraprocessati che di naturale non hanno più niente”. Come sottolineano le due associazioni, poi, i produttori e i principali sostenitori di questi prodotti fake sono le stesse multinazionali che propongono il nutriscore per contrastare le eccellenze alimentari italiane e puntare a un’omologazione dell’alimentazione globale in contrasto anche con la visione emersa dall’Onu Food systems presummit in svolgimento in questi giorni a Roma.
Assocarni e Uniceb: il successo della carne finta è apparente e il ‘meat naming’ è una frode al consumatore
Margherita Luisetto2021-07-30T09:04:33+02:0029 Luglio 2021 - 11:46|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: Assocarni, fake meat, Luigi Scordamaglia, meat naming, Uniceb|
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