Carne sintetica: Gilles Luneau presenta l’inchiesta sulle lobby del cibo in provetta. “È una massiccia offensiva economica”

2021-12-21T11:18:23+02:0020 Dicembre 2021 - 09:19|Categorie: Carni|

Milano – “Oltre a una manciata di start-up principalmente vegane e antispeciste che hanno lanciato l’idea, oggi il business del cibo sintetico è in mano alle multinazionali dell’agroalimentare, tra cui Cargill, Unilever, Tyson Foods, JBS e Nestlé”. La denuncia arriva dal giornalista Gilles Luneau che, attraverso un’inchiesta pubblicata nel suo libro ‘Carne artificiale? No, grazie”, punta il dito contro le lobby del cibo in provetta e parla degli interessi che si celano dietro la progressiva ‘chimicizzazione’ di quello che mangiamo. “Decine di miliardi di dollari passano dalle casse di fondazioni, organizzazioni, multinazionali alimentari e big company della tecnologia, oltre a quelle delle startup. Pur non essendo ancora commercializzata, tra il 2015 e il 2019 la carne coltivata ha attirato 155,3 milioni di dollari di investimenti”, spiega nel corso di un dibattito organizzato venerdì pomeriggio da Eunews e che ha visto la partecipazione dell’eurodeputato Paolo De Castro, del presidente di Coldiretti Ettore Prandini, del presidente dell’Accademia nazionale di Agricoltura Giorgio Cantelli Forti e dell’agronoma Susanna Bramante. “Alla base di tutto ci sono attivisti vegani, alcuni dei quali appartengono alla categoria dei biohacker e dei transumanisti che sfruttano l’impatto ideologico e consumistico. C’è una vera e propria strumentalizzazione del malessere e del disagio degli individui, in particolare dei più giovani, davanti ai danni (climatici, ambientali, sanitari, etici) dell’agricoltura industriale. A queste generazioni disorientate che devono affrontare le nuove sfide, la lobby delle biotecnologie industriali fornisce una soluzione individualista: cibi high-tech. Per la prima volta nella storia umana possiamo nutrirci senza dipendere dalla natura, senza contadini, solo con fabbriche e robot. Però smettere di allevare il bestiame libera la terra, ma anche altri appetiti finanziari. È una massiccia offensiva economica, su scala mondiale”.

 

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