Milano – Con una nota stampa Fiera Milano rende nota la sottoscrizione di accordi non vincolanti con gli azionisti privati di Fiere di Parma. “Una partnership”, si legge, “volta alla creazione di una comune piattaforma fieristica europea nel comparto agro-alimentare”. L’operazione dovrebbe essere realizzata, come già anticipato a maggio (leggi qui), “attraverso la sottoscrizione di un aumento di capitale di Fiere di Parma riservato a Fiera Milano, da liberarsi mediante il conferimento del ramo d’azienda di Fiera Milano relativo alla manifestazione Tuttofood, primario evento espositivo nel settore agro-alimentare organizzato a Milano presso il quartiere di Rho”.
“A perfezionamento dell’operazione”, prosegue la nota, “Fiera Milano verrebbe inizialmente a detenere una partecipazione di minoranza nel capitale sociale di Fiere di Parma”. L’obiettivo sarebbe dunque la creazione di una “piattaforma fieristica multipolare costituita da ‘Cibus Parma’, evento iconico per il Made in Italy alimentare e i suoi territori e da ‘Tuttofood powered by Cibus’ a Milano dove potrà accogliere una platea espositiva internazionale e quindi competere con le omologhe manifestazioni europee”.
Gli accordi prevedono inoltre che Fiera Milano partecipi alla governance di Fiere di Parma supportando i soci privati (Crédit Agricole Italia S.p.A e Unione Parmense degli Industriali) e quelli pubblici (Comune e Provincia di Parma, Camera di Commercio di Parma e Regione Emilia-Romagna) nel valorizzare l’esecuzione del piano industriale di Cibus Parma e di Tuttofood. La nota conclude specificando che, data la natura non vincolante degli accordi, “informazioni aggiuntive saranno diffuse al mercato al momento della loro certa determinazione, allorquando le parti avranno concluso le ulteriori trattative e si saranno avverate le necessarie condizioni”. Questo accordo costituisce un passo significativo e strategico verso la partnership tra i due enti fieristici, chiesta a gran voce dal mondo industriale e non solo come dimostrato anche dalle oltre 200 firme raggiunte dalla petizione lanciata dal nostro gruppo editoriale (leggi qui).
