Concordato Società Agricola Ferrarini (2): le cause del dissesto

2021-09-13T12:40:29+02:0013 Settembre 2021 - 11:04|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , , |

Reggio Emilia – “Lo stadio vero e proprio di conclamata insolvenza è stato innescato da un intreccio di operazioni e garanzie tra le società del gruppo, che trae origine in operazioni anche personali che hanno riguardato la famiglia Ferrarini, sovrapponendo e confondendo tra di loro le sorti delle varie società operative, ma anche le sorti dei patrimoni personali”: non va molto per il sottile il commissario giudiziale di Società Agricola Ferrarini, Federico Spattini. Come spiega Reggionline, il commissario analizza per filo e per segno le cause del dissesto della Società Agricola Ferrarini. Il riferimento è ad “alcune operazioni che riguardano atti di compravendita immobiliare tra la società ed alcuni dei membri della famiglia, ed in particolare, ma non solo la signora Lina Botti (vedova di Lauro Ferrarini, ndr)”. Operazioni, aggiunge Spattini, che potrebbero “aver favorito in passato trasferimenti di ricchezza tra le società o anche con riguardo alla famiglia stessa”. Per esempio? Tra il 2013 e il 2014 sono transitati 7,4 milioni di euro dall’azienda a Elle-effe, società lussemburghese della famiglia; i quasi 37 milioni versati a Lina Botti per l’acquisto di Villa Corbelli, le compravendite di terreni per oltre 111 milioni di euro con società di singoli membri della famiglia. Ma queste compravendite in realtà non sono mai state perfezionate, pur essendo iscritte comunque a bilancio. Con l’obiettivo di compensare debiti o di far figurare all’attivo crediti inesigibili e superiori al valore reale. Il commissario fa risalire l’inizio della crisi almeno al 2011, ma la vera situazione veniva occultata: come scrive il commissario, gli accertamenti condotti “comprovano una situazione debitoria ben più compromessa di quanto riportassero le scritture contabili”. Non solo: nel bilancio 2018, si legge sempre nella relazione, risultano 25 milioni di debiti bancari non contabilizzati ed emerge la presenza di un conto corrente su sui risultavano depositati 17,7 milioni di euro. In realtà inesistenti.

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