Napoli – Lo tsunami dei rincari si abbatte sull’industria conserviera italiana. Lo riporta Anicav, l’Associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali, che riunisce oltre 100 aziende italiane. Oltre all’incremento vertiginoso del prezzo dell’energia, è soprattutto il gas metano, il più utilizzato negli stabilimenti di produzione delle conserve di pomodoro, a causare gravi problemi alle aziende. I recenti rincari hanno infatti visto balzare di oltre 1000% il prezzo del gas. A registrare aumenti a doppia cifra sono anche l’acciaio, fondamentale per le scatole, il vetro, la carta, le vernici per le etichette, il cartone, la plastica e il legno per gli imballaggi. “È assolutamente necessario un intervento a tutela delle imprese da questa pericolosa deriva che presenta un’evidente componente speculativa, in special modo per quanto riguarda il caro bollette”, sottolinea Giovanni De Angelis, direttore generale di Anicav. “Bene il credito d’imposta, ma non è sufficiente. Pur consapevoli che questa sarebbe stata una campagna difficile non immaginavamo di arrivare a queste proporzioni. Le nostre produzioni si concentrano in 45/60 giorni e questi aumenti così repentini hanno un’influenza specifica non programmabile nella stagionalità breve che ci contraddistingue. Questa situazione è impossibile da sostenere soprattutto se si considerano le evidenti difficoltà che avremo nel trasferire questi aumenti alla Grande distribuzione”.
Conserve, l’allarme di Anicav: “Costo del gas aumentato del 1000%. In ginocchio centinaia di imprese”
RepartoGrafico2022-08-22T14:19:29+02:0022 Agosto 2022 - 14:19|Categorie: Grocery, in evidenza, Ortofrutta|Tag: anicav, conserve, Giovanni de Angelis|
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