• Aceto balsamico di Modena

Consorzio Aceto balsamico di Modena di nuovo nel mirino del Codacons

Roma – Prosegue la diatriba tra il Codacons e il Consorzio Aceto balsamico di Modena. Al centro della discussione, ancora una volta, le “informazioni potenzialmente fuorvianti” presenti in etichetta e, in particolare, il sistema di classificazione ‘Consortium Profile’ (leggi qui), a cui il Codacons aveva prontamente replicato (e qui).

“Ne censuriamo l’utilizzo, in quanto ravvisa uno sviamento per il consumatore, il quale, da un primo sguardo allo scaffale, è indotto a percepire che le aziende consorziate siano le uniche e privilegiate nella titolarità di alcune specifiche caratteristiche”, scrive in una nota stampa ufficiale l’Associazione. “Tale sviamento si rende particolarmente manifesto nel momento in cui tutte le aziende produttrici di Aceto Balsamico di Modena Igp sono obbligate a rispettare lo stesso disciplinare di produzione, vigilato dallo stesso ente di certificazione e dagli stessi organi ispettivi Ministeriali. L’etichettatura in questione non garantisce la libera concorrenza tra tutti i produttori che rispettano il Disciplinare di Produzione della Igp, riflettendosi negativamente sul consumatore, il quale viene indirizzato in modo non corretto nelle sue scelte”.

In base all’articolo 8, comma 4 del Disciplinare, spiega il Codacons, è inoltre vietato in etichetta l’utilizzo di parole e numeri e l’impiego di ogni forma similare espressiva (come disegni, simboli o pittogrammi) in grado di qualificare e distinguere il prodotto e, dunque, suscettibile di fornire un’indicazione diversa dalla rappresentazione delle sole caratteristiche analitiche e organolettiche del prodotto.

A validare tale tesi, prosegue l’Associazione dei consumatori, sarebbero stati il Consiglio di Stato e il Tar Lazio, che ha ritenuto che “la percentuale di mosto non identifica una caratteristica analitica, e quindi ogni sua indicazione in etichetta mira semplicemente a qualificare o distinguere il prodotto”. L’invito rivolto al Consorzio di tutela dell’Aceto di Modena, conclude la nota stampa, è quindi quello di apportare, attraverso i canali ufficiali a disposizione, le opportune modifiche al Disciplinare.

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