Decreto controlli sul biologico: il Ccpb preoccupato per la tenuta del settore

2017-06-21T12:10:02+01:0021 Giugno 2017 - 12:10|Categorie: Bio|Tag: , , , |

Roma – “Siamo preoccupati per la tenuta del settore biologico in Italia e per la sua competitività in ambito internazionale”, si apre così la nota firmata dall’organismo di certificazione Ccpb a commento dell’approvazione del decreto legislativo recante disposizioni di armonizzazione e razionalizzazione della normativa sui controlli in materia di produzione agricola e agroalimentare bio. L’ente oggi certifica 11mila aziende, di cui circa 10mila nel settore biologico, tra cui affermati gruppi industriali, Grande distribuzione, piccole e medie imprese, per un totale corrispondente a un terzo del fatturato complessivo del comparto bio italiano. “Aspettavamo questo testo”, riprende la nota, “ma dopo averlo letto sappiamo che i miglioramenti promessi non ci saranno: il settore del biologico perderà competitività e il lavoro di noi organismi di certificazione sarà rallentato e inutilmente complicato. Tutto questo senza aggiungere alcuna garanzie per i consumatori”. Due, in particolare, i punti critici individuati nel decreto dal Ccpb: in primis, il turnover degli organismi di controllo e, poi, il tema della proprietà degli enti certificatori. Sul primo punto, nella nota è segnalato che così si limita la libertà d’impresa, aumentando inutilmente i costi e riducendo la competitività in ambito internazionale. Sul secondo aspetto, invece, si evidenzia come il modello da seguire sia quello del controllo diffuso, che allontana il pericolo di conflitto d’interessi, favorendo un equilibrio.

Torna in cima