Diretta Coronavirus/Stoppani (Fipe): “Le imprese muoiono. Subito un confronto con il Governo”

2023-06-21T17:16:07+02:006 Aprile 2020 - 11:08|Categorie: Mercato|Tag: , , |

Roma – La preoccupazione tra gli esercenti è crescente. Secondo un’indagine della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi), la principale preoccupazione in questa fase è avere risorse per il pagamento degli stipendi, dei fornitori, degli affitti e delle imposte, mentre si aggrava rapidamente la situazione finanziaria e, dunque, la sfiducia per il futuro. Non ci sono infatti certezze sulle riaperture: per il 42,7% non si potrà tornare al lavoro per altri 2 mesi, mentre il 31,7% pensa a una riapertura a inizio maggio. Il 30% degli imprenditori intanto prevede già di dover ridurre il proprio personale una volta ripresa l’attività. Per la quasi totalità degli esercenti infatti le prime misure messe in atto dal Governo non sono sufficienti, vista la mancanza di liquidità per coprire i mancati incassi. “Le imprese del turismo stanno morendo giorno dopo giorno: senza un’iniezione immediata di liquidità, un aiuto economico significativo e una prospettiva circa il rientro al lavoro, perderemo una componente fondamentale e qualificante dell’offerta turistica del Paese, nonché della filiera agroalimentare e della nostra tradizione enogastronomica, oltre che della nostra storia”, denuncia Lino Stoppani, presidente della Federazione. “È evidente che la salute degli italiani e la loro sicurezza debba continuare ad essere la priorità assoluta, ma deve partire un confronto immediato tra Governo e rappresentanti delle categorie imprenditoriali e dei lavoratori per pensare a come e quando ripartire. L’unica strada è quella di una ripresa progressiva delle attività, con tutte le cautele sanitarie che servissero, a cominciare da quelle che offrono un servizio utile per i cittadini, rispettando le misure di distanziamento tra i cittadini e di protezione dei lavoratori. Comprendiamo pienamente la situazione, ma non possiamo restare chiusi ad oltranza o moriremo tutti per crisi economica”.

Torna in cima