Economia circolare, Italia prima in Europa nel riciclo di rifiuti. Ma la crescita rallenta

Roma – L’Italia rimane il Paese più circolare in Ue. Con una quota di riciclo complessiva, nel 2022, del 72% (contro la media europea del 53%) e per i valori pro capite, con 969 kg per abitante all’anno, mantiene il primato. Per la produttività delle risorse, assieme alla Francia, poi, l’Italia è davanti alle altre principali economie europee con 3,2 euro generati per ogni kg di materiale consumato. Quanto al tasso di utilizzo circolare di materia, al 18,4% (versus l’11,7% europeo), si posiziona seconda dopo la Francia. Questo quanto emerge dalla quinta edizione del Rapporto nazionale sull’economia circolare, realizzata dal Circular Economy Network, presentato ieri, 16 maggio, a Roma, alla presenza del ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Nella classifica generale della circolarità delle cinque principali economie dell’Ue, lo Stivale resta dunque leader, ma nella tendenza degli ultimi cinque anni perde posizioni. “Migliora meno della Polonia, che parte da livelli molto bassi di circolarità, e della Spagna che sta correndo più velocemente, mentre tiene lo stesso passo della Francia e va un po’ più veloce della Germania”, commenta Edo Ronchi, presidente Fondazione per lo sviluppo sostenibile. “Occorre accelerare, anche per combattere l’inflazione: se il costo delle materie prime aumenta, la circolarità è una risposta concreta alla crisi”. Roberto Morabito, direttore del dipartimento Enea di sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali, aggiunge: “L’Italia importa oltre il 99% delle materie prime critiche, mostrando una dipendenza dall’estero più drammatica di quella europea. È dunque ineludibile puntare sulla circolarità, sfruttando le nostre miniere urbane”.

 

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