Pavia – In merito all’operazione condotta dalla Guardia di Finanza in 14 imprese agricole della Lomellina, accusate di trattare con sostanze chimiche produzioni di riso poi spacciate per biologiche, è intervenuta Federbio. L’associazione di rappresentanza del biologico e del biodinamico ha elogiato l’operato della Procura di Pavia, della GdF e degli ispettori Icqrf.
“Esprimiamo pieno sostegno e fiducia alla Magistratura e agli inquirenti che hanno smascherato questa maxi frode”, evidenzia Paolo Carnemolla, coordinatore unità di crisi di Federbio. “Le criticità del comparto risicolo biologico sono note da anni. Federbio si è sempre schierata a fianco delle Regioni Lombardia e Piemonte e del Masaf per rendere più restrittive le regole di produzione e i punti di controllo in situazioni come quelle riscontrate dalla Procura di Pavia. L’esito di questa operazione conferma che è concreto il pericolo di truffe, anche rilevanti, quando sussiste un elevato rischio di commistione fra produzione convenzionale e biologica. Quanto fatto finora non è evidentemente sufficiente a prevenire le frodi, si deve aprire immediatamente un confronto con tutti gli attori della filiera, gli organismi di certificazione e le autorità competenti a livello regionale e nazionale per rivedere le regole e gli strumenti di certificazione, che sono fondamentali per tutelare il made in Italy biologico e le vocazioni di produttive di interi territori come nel caso del riso”.