Roma – Il 4 febbraio, nel corso dell’audizione alla commissione IX (industria e agricoltura) e X (sanità e lavoro) del Senato, il commissario straordinario per la gestione della peste suina, Giovanni Filippini, ha fatto il punto della situazione e dei risultati raggiunti.
Il commissario ha dichiarato “Nella situazione attuale ci sono tre cluster: uno al Nord tra Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Liguria, Toscana, un altro in Campania, al confine con la Basilicata, e poi l’ultimo in Calabria”.
“Attualmente”, prosegue, “l’ondata epidemica sta diminuendo la sua portata, perché sono molti meno i cinghiali presenti. Siamo attenti a far sì che la peste non si espanda, in particolare nel cluster del Nord, perché a Est e Ovest ci sono territori importanti per il settore: Brescia-Mantova con 4 milioni di suini e Cuneo con 1,2 milioni di capi”.
Filippini ha mostrato di essere attento anche alle ricadute commerciali: “Stiamo dialogando con la Commissione europea e con i paesi importatori per dare fiducia ai paesi esteri. Grazie a una strategia molto chiara siamo riusciti a riprendere l’export in Canada per prodotti stagionati almeno 400 giorni. E’ in corso anche un negoziato con il Giappone e le azioni che stiamo portando avanti stanno rassicurando le imprese di trasformazione“.
“Il virus non si sta espandendo, lo dico con la massima cautela e prudenza”, ha continuato. “Per ora stiamo cercando di anticipare le mosse del nostro ‘nemico’, un po’ come si fa in guerra. Nella fase due vorremmo iniziare a farlo retrocedere, negoziando con la commissione Ue la riapertura di territori al momento in zona di restrizione. Va fatto perché in questi territori ci sono sia allevamenti che aziende di trasformazione che stanno subendo danni. Sul tema abbiamo due modalità di ristoro: danni diretti seguiti dal ministero della Salute, e poi c’è il grande capitolo dei danni indiretti di mancata produzione in capo al Masaf con finanziamenti importanti e con la possibilità di attivare riserva di crisi”.
In foto, da sinistra: Giovanni Filippini e Luca De Carlo (presidente IX commissione del Senato)