Milano – Da quando la Cina ha imposto dazi antidumping a tre cifre sul vino australiano l’export di etichette australiane sul mercato cinese è crollato, passando da un valore di 162 milioni di dollari in ottobre a 4 milioni di dollari a dicembre 2020 (-98%). Riccardo Pasqua, Ad di Pasqua Vigneti e Cantine, sottolinea l’urgenza, per il sistema vino italiano, di non lasciarsi sfuggire una simile occasione: “In Cina il made in Italy è già un punto di riferimento in molti ambiti, penso alla moda o alle automobili, per cui non vedo perché non debba esserlo anche per il vino. Oggi, la fine della ‘luna di miele’ tra Cina e Australia apre le porte ad altri Paesi tra cui l’Italia. è la nostra grande opportunità di posizionare il vino italiano come un prodotto premium, anzi ultra premium. Dobbiamo colmare il vuoto lasciato dall’Australia posizionandoci nella stessa fascia di prezzo che, sottolineo, non è 3-4 euro ma circa 8 euro a bottiglia. Abbiamo tutti gli strumenti per riuscirci, l’importante è andare compatti e con il messaggio giusto. Non possiamo comunicare in Cina come lo facciamo in Occidente. I codici e il tono di voce sono diversi. Serve uno sforzo per portare un messaggio forte e univoco. I francesi in Cina esportano per un miliardo e mezzo di euro, noi per 120 milioni. Potremmo cambiare le sorti di tante aziende”.
Food Industry Summit (8). Riccardo Pasqua (Pasqua Vigneti e Cantine): “La Cina è un mercato che va affrontato subito, per colmare il vuoto lasciato dall’Australia”
federica2021-05-21T10:26:49+02:0020 Maggio 2021 - 14:40|Categorie: in evidenza, Mercato, Vini|Tag: cina, food industry summit, Pasqua Vigneti e Cantine, Riccardo Pasqua|
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