Il Masaf revoca l’incarico al Consorzio del Capocollo e della pancetta di Calabria (2). Il commento della presidente Stefania Rota

2023-08-11T10:00:47+02:0011 Agosto 2023 - 10:00|Categorie: Carni, in evidenza, Salumi|Tag: , |

Roma – In merito alla revoca della rappresentatività delle due referenze del capocollo e della pancetta al Consorzio dei salumi di Calabria Dop da parte del Ministero (leggi qui), riportiamo il commento di Stefania Rota, presidente del Consorzio:

“La notizia non è certo un fulmine a ciel sereno. Originariamente le Dop in testa al consorzio erano quattro (insieme al capocollo e alla pancetta c’erano anche la salsiccia e la soppressata). Ciò sta a significare che, come molti ritenevamo al momento di impostare il sistema, la Calabria non era in grado di sostenere quattro Dop di salumi. Senza scendere nei dettagli, possiamo dire che questo è stato confermato dal fatto che, già sette anni fa, si verificava una crisi delle produzioni di salsiccia e soppressata, la cui rappresentatività venne poi revocata al Consorzio cinque anni fa. Di certo non ho critiche da fare al mio operato di presidente: malgrado i due terribili anni di pandemia, ho fatto registrare al Consorzio nel 2022 un +70% al fatturato delle Dop rispetto al 2019, grazie all’incisiva campagna promozionale condotta su giornali, televisione e altre campagne indirizzate specificamente a scuole e mondo dello sport. Il Consorzio prima del 2019 era un organismo sconosciuto sia ai calabresi che al resto dell’Italia, e con la mia presidenza ha preso la forma che mai aveva avuto prima. Tengo ad evidenziare che il Consorzio dei salumi di Calabria Dop è stato uno dei pochissimi consorzi in Calabria a sfruttare i fondi provenienti dal Psr grazie alla determinazione del presidente… che ha oltretutto onorato quegli impegni assunti dai suoi predecessori che non davano speranze di soluzione per i creditori. Le cause sono da imputarsi, quindi, all’errata concezione che il consorzio sia una sorta di marchio privato (del presidente di turno) e non quel marchio collettivo che identifica un gruppo compatto di aziende; non si comprende che il consorzio agisce in nome e per conto di tutte, e questo ingenera uno spirito indubbiamente non costruttivo. Oltretutto la legge impone che nel consorzio debba convergere il 66% delle produzioni, che non è un dato facile da garantire, soprattutto per un consorzio che rappresenta più di una referenza; sono anni ormai che si discute di una sorta di riforma della normativa sui consorzi dove la percentuale richiesta muterebbe dal 66% al 51% e, se così fosse, oggi non avremmo avuto la revoca, poichè il consorzio detiene attualmente il 60% circa della produzione del capocollo e il 53% circa della pancetta. La vicenda non descrive una pagina felice per le Dop e per il consorzio che sta concludendo l’iter della misura 3.2.1 del Psr di cui si diceva sopra e che ha in corso azioni giudiziarie nei confronti di chi, fuori dal consorzio, produce Dop e nega di conferire i contributi erga omnes (dovuti per legge) che ammontano a circa 60.000,00 euro. Non ho certo da cospargermi il capo di cenere: lo faccia chi ha portato il consorzio sul palcoscenico di una commedia burlesca che come sempre ci dequalifica tutti come imprenditori calabresi. Una cosa è certa: questa revoca sta a significare che non ci sarà, almeno per il momento, un consorzio dei salumi Dop, perché è vero che da questa parte non ci sono i numeri, ma è altrettanto vero che i numeri non ci sono neanche dall’altra parte e questa situazione potrebbe permanere a lungo. Ho cercato di costruire e l’ho fatto con grande senso di responsabilità, ma non sempre quando si fa meglio, si fa bene”.

 

 

 

 

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