La Cina ferma l’importazione di gorgonzola e taleggio. Assolatte: “Pericoloso inasprimento delle norme”

2017-09-04T16:33:27+01:004 Settembre 2017 - 16:33|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , , , , , , |

Milano – “Inatteso stop sul mercato cinese per gorgonzola e taleggio”. Il grave allarme arriva da Assolatte, che spiega come gorgonzola e taleggio rientrino tra i prodotti caseari finiti nel mirino delle autorità doganali cinesi, “che hanno improvvisamente deciso di irrigidire i controlli sull’importazione dei formaggi a crosta fiorita, erborinati o muffettati prodotti nell’Unione europea”, si legge in una nota dell’Associazione. “Da qualche giorno registriamo un pericoloso e inatteso inasprimento nell’applicazione delle regole sull’import dall’Unione europea dei formaggi prodotti con alcuni fermenti, lieviti e muffe, non espressamente previsti dalle restrittive norme cinesi (come il geotrichum candidum e il penicilium roqueforti), ma finora sempre accettati in base a una sorta di gentlemen agreement”, spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte. “Il rischio concreto è che molti famosi formaggi europei, come gorgonzola e taleggio, roquefort e camembert, restino fermi in dogana, a tutto vantaggio di quelli prodotti in altri Paesi, come Stati Uniti e Australia”. Assolatte ha già allertato i ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, con cui sta lavorando per stabilire un nuovo standard che regolarizzi i formaggi italiani, dando loro di nuovo il via libera sul mercato cinese. “In parallelo”, precisa Assolatte, “si sono allertati anche l’ambasciata italiana in Cina, la Commissione Ue, gli altri Stati membri dell’Ue e la Camera di Commercio europea”. La manovra delle autorità di Pechino mette a rischio un mercato promettente per i formaggi italiani. L’export italiano in Cina, infatti, registra una costante crescita: solo tra 2015 e 2016 le vendite di formaggi italiani sono aumentate del 42%, arrivando a 2.650 tonnellate. E nel primo quadrimestre del 2017 hanno registrato un ulteriore balzo del 34%. Ma la notizia è inattesa anche in considerazione delle recenti intese, come sottolinea l’Associazione degli industriali del latte: “Questa nuova barriera non tariffaria applicata dal governo cinese è in contrasto con l’annunciata conclusione dell’accordo Ue-Cina sulle indicazioni geografiche, che mira a tutelare una serie di specialità europee, tra cui alcuni dei formaggi la cui importazione in Cina viene ora, di fatto, impedita”.

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