Latte liquido, crema, burro e latte in polvere.
Riflessione sul mercato di Lorenzo Petrilli

2012-06-11T10:13:09+02:0011 Giugno 2012 - 10:13|Categorie: Formaggi|Tag: , , , , , |

Milano – Riceviamo e pubblichiamo una nota di Lorenzo Petrilli, vicepresidente di Assocaseari e broker, che analizza la situazione di mercato per latte liquido, crema, burro e latte in polvere.

Sembra che il mercato, dopo aver quasi toccato il fondo, abbia cambiato tendenza.
Dopo una lunga fase calante, iniziata con e, forse, prima del nuovo anno – che si pensava dovesse sfociare con l’apertura dei magazzini d’intervento, soprattutto per il burro – il mercato sta svoltando. Quale sia stata la causa di questo cambiamento non è facile dirlo, probabilmente una serie di fattori. I primi caldi e il forte aumento di consumi dei prodotti freschi; l’incremento delle esportazioni o più semplicemente, come qualcuno dice, il boxeur, dopo essere stato messo all’angolo e averle prese, reagisce. E un paio di colpi riesce a sferrarli anche lui. Il cambiamento è molto rapido; questo crea confusione sul mercato e incredulità da parte dei compratori.
Il latte liquido
L’offerta di latte liquido sul mercato europeo è diminuita, portando un leggero aumento dei prezzi, che hanno toccato quota 0,31 euro per chilo per la merce tedesca, resa Italia. Il quadro nazionale appare differente: a causa del terremoto, infatti, molti caseifici non sono in grado di produrre ed è quindi aumentata la disponibilità di materia prima.
La crema
La crema è stato uno dei primi prodotti ad invertire la tendenza, sia a causa del forte aumento dei consumi, sia per il suo utilizzo per la produzione di burro destinato all’ammasso privato. Le quotazioni sono salite settimana per settimana, fino a raggiungere il livello di 1,36 euro per chilo per la crema tedesca franco Italia.
Il burro
A causa dell’aumento della crema, anche le quotazioni del burro appaiono in ripresa, raggiungendo i 2600 euro per tonnellata per merce dell’est Europa, resa Italia.
Riguardo al burro c’è molto da dire: tra tutti i boxeur è quello che le ha prese di più; una reazione forte, quindi, appare abbastanza normale. Lo stoccaggio privato ha continuato a lievitare, raggiungendo la considerevole quota di 85mila tonnellate, contro le 56.300 tonnellate dello stesso periodo del 2011, e le 42.250 tonnellate del 2010.
La situazione tra produzione e consumo/ammasso, comunque, sembra oggi sostanzialmente in equilibrio.
Il latte in polvere
Questo prodotto meriterebbe un discorso a parte perché, pur essendo calato, non si è mai pensato potesse raggiungere le quotazioni d’intervento. E le esportazioni, dal canto loro, non hanno mai subito un crollo come invece per il burro.
Certo è che da qualche settimana il latte in polvere appare in ripresa, in parte anche grazie all’acquisto dell’Algeria sul mercato europeo.
E proprio sul latte in polvere scremato c’è molta confusione sul mercato, dove vi sono quotazioni di 2080 euro a tonnellata per merce polacca o di 2200 euro, sempre a tonnellata, per merce tedesca. Ma dove qualcuno parla ancora di quotazioni inferiori ai 2mila euro per tonnellata, non si sa bene da quale origine. Senza dubbio, i venditori si sono un po’ ripresi e sono fin troppo euforici, almeno tanto quanto i compratori appaiono increduli davanti ad una variazione così inaspettata.

(AR)

Torna in cima