Di Giulio Rubinelli
Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha detto a WineNews: “Non dobbiamo essere terrorizzati dai dazi. I prodotti premium nel vino continueranno a essere acquistati perché vengono scelti non sulla base del prezzo basso, ma del prezzo giusto”.
Di seguito qualche dato dell’Unione italiana vini sull’export di vini italiani negli Usa:
Categoria | Prezzo Franco Cantina | Incidenza | Dazio del 200% | Dazio del 100% |
---|---|---|---|---|
Mainstream | 4,8 $/litro | 81% | 14,4 $/litro | 9,6 $/litro |
Premium | 8,80 $/litro | 17% | 26,4 $/litro | 17,6 $/litro |
Luxury | 40 $ e più | 2% | 120 $ e più | 80 $/litro |
Il prezzo medio dell’export è di 5,35$ franco cantina.
Voi capite bene che se venissero applicati i dazi promessi da Trump del 200%, ma anche del 100% sarebbe una catastrofe per l’intero comparto del vino, anche per quello luxury. Se una bottiglia di barbaresco di Gaja è nella lista dei vini a 500 euro, costerebbe 1.000 o 1.500 dollari nel peggiore dei casi e anche il segmento luxury sarebbe abbandonato dai consumatori Usa.
La tranquillità del ministro forse è dovuta al fatto che i suoi aiutanti non abbiano fatto in tempo a fare le moltiplicazioni. Lui da buon politico butta acqua sul fuoco e ha ragione, ma in questo caso non si tratta di acqua ma di vino, dove lavorano migliaia di aziende e decine di migliaia di lavoratori fissi e stagionali.
Signor ministro, che provvedimenti prenderete per affrontare un crollo del mercato verticale come quello che si prevede?