Non accennano a placarsi le polemiche intorno al decreto dell’ex ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha declassato il lisozima utilizzato nella produzione di Grana Padano da conservante a semplice coadiuvante tecnologico. Con tutte le implicazioni del caso, in primis quella di poter dichiarare il Grana Padano un prodotto ‘senza conservanti’, esattamente come può fare il Parmigiano Reggiano. Che, in virtù della diversa alimentazione delle vacche, da sempre non utilizza il lisozima nella produzione. In Emilia Romagna la vicenda sta assumendo i toni di uno scontro politico. I Cinque Stelle hanno annunciato la presentazione di un’interrogazione al governo, oltre ad aver lanciato un appello ai sindaci della Regione affinché si schierino in difesa del Parmigiano Reggiano. Il sindaco di Berceto (Pr), Luigi Lucchi, ha anche annunciato di aver affidato ad un legale l’incarico di affiancare il Consorzio del Parmigiano Reggiano nel ricorso al Tar del Lazio e al presidente della Repubblica contro il decreto ministeriale, presentato dopo l’estate e ancora in attesa di risposta. Mentre, a Reggio Emilia, il Pd, in consiglio comunale, ha negato l’ammissibilità di un ordine del giorno urgente in materia, presentato dai Pentastellati. Sullo sfondo, secondo alcuni rappresentanti politici, ci sarebbe la volontà di una fusione dei due consorzi. Ipotesi da sempre smentita dagli Enti interessati e dalle loro stesse politiche consortili.
Lisozima nel Grana Padano: si accende lo scontro politico
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