Milano – La prima settimana di maggio, dal 30 aprile al 6 maggio, ha mostrato, come l’ottava precedente, flessioni nelle quotazioni per il parmigiano reggiano. Alla stessa stregua, il padano ha mostrato cedimenti per tutte le stagionature, secondo i dati diffusi da Ismea. Per il parmigiano reggiano le flessioni più significative vengono accusate dalla produzione 12 mesi, dove su Milano le perdite dei listini raggiungono i 15 centesimi al chilo. Prosegue, nel corso della settimana, anche il trend flessivo sui centri scambio di Reggio Emilia, Parma e Modena, con arretramenti dei corsi che vanno dai cinque ai 10 centesimi rispetto alle precedenti contrattazioni. Più contenuti i cali per lo stagionato 24 mesi, con cedimenti intorno ai cinque centesimi al chilo sulla maggior parte dei centri di scambio. Rispetto all’altra Dop, il Padano, nel corso della diciottesima di calendario sulla borsa merci di Mantova si è mostrata una flessione nelle quotazioni di cinque centesimi al chilo per tutti gli stadi di maturazione. Più in sofferenza il mercato di Cremona, dove tutte le varietà hanno ceduto al mercato 10 centesimi del proprio valore. A detta degli operatori si mantiene ancora in positivo il dato dell’export sia per il parmigiano reggiano che per il grana padano, si segnala più in affanno invece il mercato interno. Anche per le materie grasse continua la fase
discendente dei prezzi, nello specifico lo zangolato tocca 1,35 euro al chilo su Reggio Emilia (-3,57% rispetto alla settimana precedente) e 1,45 euro al chilo su Mantova (-3,33% rispetto alla settimana precedente). Fonte: Assocaseari
(AR)