Roma – Il consiglio dei Ministri ha varato il decreto legislativo che recepisce la direttiva Ue 633/2019, relativa al contrasto alle pratiche commerciali sleali. L’obiettivo è regolare i rapporti tra le imprese della filiera agroalimentare all’insegna della trasparenza e dell’equilibrio, evitando pratiche scorrette da parte degli operatori con maggiore potere contrattuale. Tra i punti centrali della nuova normativa, l’obbligo di stipulare contratti in forma scritta, la durata di almeno 12 mesi e la presenza di indicazioni sul prezzo di cessione, che può essere fisso o stabilito in base a criteri specificati nel contratto stesso. In merito ai ritardi nei pagamenti, in caso di mancato versamento entro 30 giorni per i prodotti deperibili ed entro 60 per quelli conservabili scattano le sanzioni e l’acquirente è tenuto a corrispondere al fornitore gli interessi legali oltre a quanto pattuito. Vietato anche l’annullamento da parte dell’acquirente di ordini di prodotti agricoli e alimentari deperibili con preavviso inferiore a 30 giorni. Così come sono vietate modifiche unilaterali del contratto e le clausole che obbligano il fornitore a farsi carico dei costi del deterioramento o della perdita di prodotti che si verificano nei locali dell’acquirente. Tra le pratiche sleali anche la vendita di prodotti a prezzi inferiori ai costi di produzione. Il riferimento saranno le elaborazioni mensili di Ismea, anche se non è ancora chiaro se ci sarà una soglia di tolleranza rispetto ai valori elaborati dall’Istituto. L’autorità designata per le azioni di contrasto alle pratiche scorrette e per svolgere funzioni di accertamento è l’Ispettorato centrale tutela qualità e repressione frodi del Mipaaf.
Pratiche sleali: varato il decreto che recepisce la direttiva Ue
federico2023-06-30T10:18:03+01:005 Novembre 2021 - 09:26|Categorie: in evidenza, Mercato|Tag: direttiva pratiche sleali, Icqrf, Mipaaf, pratiche sleali|
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