Prezzo del latte, firmato l’accordo: agli allevatori quattro centesimi in più

2021-11-11T09:31:56+02:0011 Novembre 2021 - 09:31|Categorie: in evidenza, Latte|Tag: , , , , |

Roma – E’ stato finalmente trovato l’accordo sul prezzo del latte, dopo oltre un mese di trattative tra allevatori, industria e grande distribuzione. Al Mipaaf è stata infatti raggiunta la firma per alzare il prezzo della materia prima conferita dalle stalle. La grande distribuzione si impegna a riconoscere un premio corrisposto alle imprese della trasformazione, che a loro volta lo riversano agli allevatori, sino a tre centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 41 centesimi al litro. Le industrie, incluse le cooperative, si impegnano poi a riconoscere agli allevatori un premio aggiuntivo sino a un centesimo di euro al litro di latte, sempre entro la soglia dei 41 centesimi. I prezzi si riferiscono al latte conferito in Lombardia, dove si raccoglie oltre la metà della produzione nazionale e viene preso come riferimento per le altre regioni L’accordo ha validità fino al 31 marzo 2022. All’applicazione dell’intesa seguirà una campagna di sensibilizzazione sul consumo di latte e derivati e per la valorizzazione di una produzione nazionale. “Il protocollo di intesa è un risultato reso possibile dallo sforzo di tutte le parti che compongono la filiera”, dichiara il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli in un video su Facebook. “È un passo fondamentale, perché tutela le nostre eccellenze del settore, messe sotto pressione da margini sempre più esigui dovuti alla crescita dei costi delle materie prime”. Afferma Paolo Zanetti, presidente di Assolatte: “Come ha sempre fatto, confermandolo anche in questi mesi difficilissimi, Assolatte e le industrie lattiero casearie italiane continuano la strada del dialogo, con il senso di responsabilità che le contraddistingue. Capiamo bene le difficoltà degli allevatori che sono anche le nostre. Lo ripetiamo da tempo: gli aumenti stanno colpendo in modo drammatico anche le nostre imprese, pressate da mesi da costi che fino ad ora hanno assorbito in silenzio, ma che non riescono più a sopportare”.

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