Report indaga sui fallimenti imprenditoriali di Daniela Santanchè (3). La difesa della ministra su Ki Group

2023-07-06T10:40:54+02:006 Luglio 2023 - 10:40|Categorie: Bio, in evidenza, Mercato|Tag: , , , |

Roma – “Chiarisco di non essere qui per rispondere a trasmissioni televisive o articoli scandalistici, ma per bloccare la strumentalizzazione politica che da settimane si sta facendo contro di me attraverso la mistificazione della realtà”, ha affermato ieri, in Senato, la ministra del Turismo Daniela Santanchè in seguito alle polemiche scatenate dall’inchiesta condotta da Report e intitolata ‘Open to fallimento’ (leggi qui). E ha aggiunto: “Sono qui perché voglio difendere il mio onore e anche quello di mio figlio, trascinato senza motivo in questa polemica”.

Alle accuse a lei rivolte in merito al crac di Ki Group, società attiva nel settore della distribuzione e produzione di alimenti biologici e naturali, la ministra risponde di non aver “mai avuto controllo o partecipazione di rilievo nelle imprese del settore dell’alimentare biologico e della sua distribuzione. Come molti media hanno raccontato per ben due settimane”. “La mia partecipazione in Ki Group Srl, di cui alcune tv e testate giornalistiche hanno parlato diffusamente trattandola come se fosse una grande notizia, non ha mai superato il 5%”.

La ministra prende le distanze da ciò che riguarda ogni aspetto amministrativo del gruppo: “Nel 2010”, spiega, “il salvataggio di questo gruppo del settore biologico, che viene dal crac Burani, non è stato fatto o pensato da me ma dal padre di mio figlio, con cui già all’epoca non avevo più alcuna relazione affettiva. Tra l’altro il suo investimento in questo settore ha fatto sì che i dipendenti del gruppo avessero davanti a sé 12 anni di attività lavorativa remunerata visto che ha acquistato l’azienda da un concordato preventivo per altro creando per un periodo un importante valore in Borsa del gruppo da 0, non dissipandolo. Grazie all’operazione di salvataggio in questione quel gruppo aveva raggiunto un valore multimilionario in Borsa”. “Io non ho avuto nessun ruolo né nella sua fortunata costruzione, né nel suo abbattimento”, sottolinea ancora. “Comunque non posso e non intendo rispondere delle scelte imprenditoriali del padre di mio figlio […] Ne sono estranea e ne voglio rimanere”.

Per essere “tutto trasparente”, aggiunge poi Santanchè, “da gennaio 2019 e per meno di due anni ho assunto una carica sociale in Ki Group Srl senza alcun potere operativo. Da allora sono cessata da tutte le cariche sociali in tale gruppo e ho messo una cesura totale con loro dopo che già un anno prima ero rimasta proforma nel consiglio. Con riferimento invece ai compensi milionari che mi sono stati attribuiti voglio precisare quanto segue: da Ki Group Srl negli anni 19, 20 e 21 ho incassato complessivamente 27mila euro lordi. In tutti e tre gli anni: una media di 9mila euro l’anno. Per gli anni precedenti, 14, 15, 16, 17, 18, anni in cui la Ki Group Spa ha fatto margini operativi sempre largamente positivi, ho percepito dalla capogruppo mediamente un valore lordo annuo di circa 100mila euro in maniera fortemente decrescente negli ultimi tre anni”.

Inoltre, in merito alle polemiche sollevate da Report sul trattamento economico riservato ai dipendenti, Santanchè precisato che erano “inerenti al personale fuoriuscito dall’azienda nel corso dell’anno 23, quando io già da tempo non avevo alcun ruolo. Tuttavia per potervi rispondere  precisamente ho chiesto informazioni e posso comunicarvi che i lavoratori dipendenti della Ki Group Srl verranno integralmente soddisfatti con riguardo a tutti i loro diritti di credito. Questo lo potete verificare perché è scritto nell’accordo di concordato”. E aggiunge: “Poiché sono stata chiamata a rispondere in merito a questo gruppo che non ho mai gestito, faccio una doverosa precisazione su un tema specifico: la società, nell’immediato seguito dell’emergenza Covid, fece richiesta di accesso, nel rispetto delle condizioni previste dalla legge, a un prestito obbligazionario erogato da Invitalia. Poiché l’erogazione di quel prestito era subordinata all’impegno alla capitalizzazione anche da parte dei soci, quale socia, pur di ampia minoranza, il 5%, ho fatto ovviamente la mia parte e se può farvi piacere posso dirvi anche che ho perso tutto l’investimento che avevo fatto”.

in foto: uno screenshot dell’intervento del ministro tratto da YouTube

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