Salumi italiani: nel 2023 crescita in volume (+0,7%) e soprattutto in valore (+7,2%)

2024-06-19T09:43:33+02:0019 Giugno 2024 - 09:43|Categorie: in evidenza, Salumi|Tag: , , |

Bologna – Nel corso dell’annuale assemblea di Assica (leggi qui), l’associazione degli industriali delle carni e dei salumi, sono stati diffusi i dati sulle vendite nel 2023.

Lo scorso anno il settore ha registrato una lieve crescita dello 0,7% in volume, dopo la flessione registrata nel 2022, attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell’anno precedente 2022. Interessante il dato a valore, con un incremento del 7,2%. Il valore della produzione sale così a circa 9.168 milioni di euro da 8.553 milioni del 2022, spinto dall’alta inflazione e dagli ingenti aumenti dei costi aziendali, in particolare della materia prima.

L’insieme delle produzioni del settore (comprese le lavorazioni dei grassi e delle carni bovine in scatola) ha presentato un fatturato di 9.498 milioni di euro, superiore (+6,6%) a quello del 2022 (8.907 milioni di euro).

“Il settore, non ancora ripresosi dai forti rincari delle commodity agricole e dagli alti prezzi dell’energia che avevano caratterizzato gran parte del 2022″, commenta il neopresidente Lorenzo Beretta, “nel 2023 ha dovuto affrontare i forti aumenti della materia prima, sia nazionale sia estera, e la diffusione della Psa sul territorio nazionale. Purtroppo, l’aumento dei casi riscontrati nel nostro Paese durante l’anno 2023 non solo ha pesato sull’export verso i Paesi Terzi, causando ulteriori chiusure e forti limitazioni adottate da alcuni Stati extra Ue, ma ha anche ostacolato la ripresa della produzione suinicola nazionale, comprimendo l’offerta di carne disponibile e spingendo verso l’alto i prezzi. I prezzi della materia prima, infatti, sono rimasti molto alti, e per alcuni tagli si sono raggiunti i valori più elevati mai registrati nella storia del nostro settore. E questo per tutto il 2023, a causa della bassa offerta di carni suine in Italia e in Europa. In conseguenza di ciò, oltre ad altri aumenti quali ad esempio i tassi di interesse, sono fortemente aumentati i costi di produzione, nonostante il ridimensionamento della bolletta energetica”.

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