Roma – Luigi Scordamaglia, amministratore delegato di Filiera Italia, ha rilasciato una lunga intervista a ItaliaOggi, in cui accusa i cibi ultraprocessati di essere “una vera epidemia, i cui effetti nefasti si manifesteranno appieno nei prossimi decenni. […] Non stiamo parlando di alimenti oggetto di semplice trasformazione, come i formaggi e i salumi, ma di prodotti che contengono fino a 30-40 composti chimici, spesso in sostituzione degli ingredienti naturali”.
Dietro il successo di questi prodotti ci sarebbe “un massiccio investimento delle multinazionali che producono cibo ultra-trasformato. […] Lavorano sul bliss point, il livello di massima gratificazione generato nel consumatore dal mix di zuccheri, sali, grassi e soprattutto sostanze chimiche. Per questo la vera industria alimentare, quella legata all’agricoltura e alla non sostituzione del prodotto agricolo, reagisce“. L’aumento di offerta e consumo di cibi ultraprocessati e gli attacchi al settore del latte e zootecnico sarebbero collegati, secondo l’Ad di Filiera Italia: “L’attacco al latte e alla carne nascondono spesso finanziamenti e tentativi delle multinazionali che lavorano sul prodotto trasformato. Che altro non è che l’anticamera del cibo sintetico”.
Rispetto al tema dei dazi americani, dichiara: “Nel 2025 gli States diventeranno probabilmente il primo mercato per il nostro export: per capire quanto è importante per noi, occorre considerare che l’export alimentare complessivo è cresciuto dell’8,3-8,4%; l’export generale manifatturiero, invece, solo dello 0,2%. Dunque, no panic! Perchè tutto è ancora da decidere“.