Madrid (Spagna) – Le principali insegne della distribuzione spagnola si sono opposte alla proposta, presentata da alcuni esponenti del governo, di ‘congelare’ fino a gennaio il prezzo di alcuni prodotti freschi come pesce, carne, uova, frutta e verdura nel tentativo si alleviare gli effetti dell’inflazione che, ad agosto, ha toccato il 10,3% nel Paese. Come riporta European Supermarket Magazine, scetticismo è stato espresso invece da altri partiti politici che nella proposta vedrebbero un tentativo di price regulation.
Il ministro spagnolo del Lavoro Yolanda Diaz e quello del Consumo, Alberto Garzon, sostenitori della proposta che considerano “legale e basata sui principi di concorrenza”, si sono riuniti lunedì con i rappresentanti delle maggiori insegne del Paese. Tra i presenti anche Carrefour, Alcampo (il brand Auchan in Spagna), El Corte Inglés e Mercadona, che insieme detengono una quota del 25% del mercato nazionale. Alla proposta le insegne avrebbero risposto che “sforzi straordinari” sono già in atto per cercare di evitare di riversare gli aumenti sui consumatori.
“Se cerchi di imporre un prezzo fisso al carrello, stai cercando di distorcere le relazioni tra insegne e fornitori”, avrebbe dichiarato a margine dell’incontro Javier Millan-Astray, direttore di Anged, una delle associazioni di retailer convocate. Le cui richieste al governo verterebbero piuttosto sulla rimodulazione della tassazione per alcune categorie di prodotti. “Abbiamo chiesto al ministro Garzon di dirci quali prodotti alimentari devono essere tassati al 21% e quali al 10% o al 4%”, ha spiegato Ignacio Garcia-Magarzo, a capo di un’altra associazione di retailer (Asedas).
La scorsa settimana Carrefour ha lanciato un’operazione in questo senso proponendo un carrello di 30 articoli basici a 30 euro. Nessun prodotto, però, appartiene alla categoria dei freschi citata nel provvedimento. Altri incontri sono già in agenda nei prossimi giorni.
