Parma - Se non fosse che per quasi tutti i tagli siamo ai massimi storici, si potrebbe quasi parlare di una seduta di assestamento. In termini assoluti, gli aumenti più consistenti sono i 9 centesimi della gola (3,60 euro/kg) e i 7 del trito (5,60 euro/kg). Per il resto, si ferma il lardello, che stava
Parma - La Cun del 10 ottobre conferma quanto scritto a proposito del non formulato del giorno prima (leggi qui): la materia prima sta crescendo ancora. I cali sono soltanto su quei tagli che sono stati pompati moltissimo nei mesi scorsi e nelle settimane scorse: coppe e macelleria fresca. Significativo il rientro della coppa per
Parma - Dopo il record annunciatissimo della quotazione del suino vivo, sancito con un 2,347 euro/kg e una tendenza del 23,8% in tre mesi, era inevitabile che la seduta di venerdì sui tagli freschi partorisse altre 'bastonate' in termini di costi dei tagli freschi. E puntali, eccoli: le cosce Dop aumentano di altri 4 centesimi,
Parma - Il probabile record della quotazione del suino vivo, che è a un passo e che dovrebbe arrivare giovedì prossimo, dà ulteriore benzina ai macellatori, che nelle trattative di venerdì 27 settembre continuano a strappare aumenti consistenti sulle voce più importanti. Poche le eccezioni, a partire dall’unico calo, quello della coppa per stagionatura, che scende
Parma - Si sgonfia leggermente la quotazione della coppa (-2,6% in quindici giorni) e la macelleria fresca rimane invariata. Le buone notizie, per l’industria di trasformazione della carne suina, si fermano qui. 12 voci su 17, nel bollettino dei tagli di carne fresca, sono in rialzo, e alcune viaggiano verso livelli altissimi. Gli aumenti più
Parma - Con un suino così impetuoso (+17,5% in due mesi e mezzo), era impossibile evitare ulteriori aumenti alla Cun del 13 settembre. E infatti alcuni di questi fanno molto male all’industria. Particolarmente impegnativi i rincari delle cosce (6 centesimi per tutte, 7 per la pesante non tutelata, che torna sopra i 5 euro, la
Parma - Continua il momento di crescita impetuosa dei prezzi dei tagli freschi di carne suina. Dopo un anno di relativa stabilizzazione, dopo un’estata che era iniziata con trattative equilibrate, da Ferragosto in poi il banco è decisamente saltato. Anche venerdì 6 settembre il bollettino conteneva altre bastonate all’industria di trasformazione, impossibilitata a reagire visto
Parma - Dal punto di vista dell’industria, un vero e proprio bagno di sangue. La crescita del suino ha rallentato leggermente (e comunque segna un importante +13,1% da inizio luglio (leggi qui), ma questo non frena i macellatori dall’imporre aumenti non proprio ordinari sui tagli. Le cosce, sia quelle Dop che quelle non tutelate, aumentano
Parma - E chi si aspettava questa vera e propria bastonata rifilata all’industria nella penultima contrattazione di agosto? È vero che l’aumento sempre più impetuoso del costo del suino vivo (+11,3% da inizio luglio) non faceva presagire niente di buono sul fronte costi della materia prima, ma così tanti aumenti a due cifre hanno spiazzato
Parma - Sì ferma, proprio alla vigilia di Ferragosto, il boom della macelleria, che da inizio luglio aveva portato il lombo Padova a 5,30 euro/kg (+32,5%), il tronco a 5,50 (+37,1%) e la coppa con osso a 6,10 (+22% ). Stop anche al clamoroso aumento del prezzo della coppa disossata (7,70 euro/kg, +12,4% in tre
Parma - Che il rialzo del suino vivo (+6% da inizio luglio) dovesse trascinare anche i tagli era prevedibile. Che lo facesse su così tante voci e con così tanta veemenza, meno. Incredibile soprattutto la performance della coppa. E lo fa con un rialzo davvero storico, perché mai nessun taglio aveva superato i 7 euro/kg.
Parma - Se ragioniamo in termini di adeguamento al costo del suino vivo, non ci sarebbe molto da dire. Gli aumenti sono adeguati a una tendenza che sta obbligando ai macellatori di acquistare una materia prima tra i 4 e i 6 punti percentuali (a seconda che sia o meno Dop) più cara di un
