Plastic tax: imprese in rivolta

2019-10-24T10:12:53+02:0017 Ottobre 2019 - 08:48|Categorie: Mercato|Tag: |

Roma – Nella manovra approvata dal governo ci sarà anche la ‘Plastic tax’, ovvero l’aumento della tassazione sugli imballaggi di plastica. Stando alle previsioni, garantirà 800 milioni di euro dal 2020, che a regime saliranno fino a 1,4 miliardi. La misura, che ha l’obiettivo di punire i comportamenti dannosi verso l’ambiente, si è subito attirata le critiche del mondo industriale. Confindustria esprime “forte contrarietà” sull’introduzione del nuovo balzello: “La misura non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese.  Le imprese già oggi pagano il contributo ambientale Conai per la raccolta e il riciclo degli imballaggi in plastica per 450 milioni di euro all’anno, 350 dei quali vengono versati ai Comuni per garantire la raccolta differenziata”. La tassa equivarrebbe “a una sorta di doppia imposizione e – come tale – sarebbe ingiustificata sia sotto il profilo ambientale che economico e sociale”. Il tributo, oltretutto, colpirebbe anche i prodotti di imballaggio contenenti materiale riciclato, penalizzando così l’impegno delle imprese verso l’economia circolare. La misura rischia anche “di compromettere il buon funzionamento del sistema dei consorzi per la gestione e il riciclo degli imballaggi, che da più di vent’anni ha consentito al nostro Paese di essere leader nell’economia circolare e di raggiungere tutti gli obiettivi europei per il riciclo”.

Torna in cima