Terremoto in Centro Italia: colpite numerose aziende del comparto agroalimentare

2016-11-02T14:17:53+02:002 Novembre 2016 - 14:17|Categorie: Mercato|Tag: , , , |

Norcia (Pg) – Si contano i danni del terremoto che ha sconvolto il Centro Italia la scorsa domenica 30 ottobre. Ulteriori scosse dovute allo sciame sismico sono proseguite anche nei giorni seguenti, rendendo difficoltose le operazioni di messa in sicurezza del territorio. A farne le spese tante realtà del comparto agroalimentare. Sono circa 3mila le aziende agricole a rischio nei territori terremotati dei comuni di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, secondo una stima di Coldiretti. “Il territorio colpito dal terremoto vanta molte eccellenze agroalimentari, dall’allevamento del Vitellone bianco Igp al pecorino dei Sibillini, dalle lenticchie di Castelluccio alla patata rossa di Colfiorito fino al salame di Fabriano”, segnalano dalla confederazione. L’Ansa sottolinea di una situazione molto critica per gli allevamenti situati nell’altopiano sopra Norcia e al confine tra Marche e Umbria. Frane e smottamenti hanno interrotto molte vie di comunicazione e diverse aziende zootecniche e caseifici si trovano in stato d’isolamento. Immediata è arrivata una prima risposta da parte delle istituzioni. “Avere risorse dedicate a disposizione alle imprese agricole e zootecniche per ripartire dopo il sisma costituisce uno degli aspetti qualificanti del decreto terremoto varato dal Consiglio dei ministri”, spiega in una nota Fernanda Cecchini, assessore alla Qualità del territorio e del patrimonio agricolo, paesaggistico, ambientale e alla Cultura della Regione Umbria. “Il pacchetto di misure contenute nel decreto e rese note dal Mipaaf prevede un vero e proprio piano strategico di rilancio, con risorse per 220 milioni di euro a carico dello Stato, finalizzate anche alla promozione e commercializzazione dei prodotti, che saranno messe a disposizione  attraverso il totale finanziamento nazionale dei Piani di sviluppo rurale per gli anni 2016, 2017 e 2018. L’assunzione da parte del ministero della quota regionale di cofinanziamento del Psr nel triennio è una misura di straordinaria importanza che per l’Umbria si traduce in circa 72 milioni di euro di risorse. Una cifra decisamente consistente che ci mette nelle condizioni di poter operare efficacemente”. Nello scenario di devastazione, si segnalano anche alcune notizie positive. I frantoi umbri, evidenzia sempre l’Ansa, continuano nella loro attività per la produzione d’olio extravergine senza registrare apparenti difficoltà. Risparmiate dal sisma anche le note lenticchie di Castelluccio Igp, il cui raccolto si è svolto, come previsto dal disciplinare di produzione, entro il mese di agosto. Salvo anche il Verdicchio di Matelica Doc, realtà da 300 ettari coltivati, 3mila ettolitri di prodotto e un fatturato che supera i 10 milioni di euro. “Abbiamo rischiato di perdere 2 milioni di bottiglie di uno dei vini più importanti d’Italia”, dichiara l’assessore all’Agricoltura del comune di Matelica (Mc) Roberto Potentini. Si registrano danni alle cantine, per cui saranno necessarie ristrutturazioni. ”Porteremo il costo dell’adeguamento sismico delle cantine ai tavoli della ricostruzione”, conclude Potentini. “Il vino è una delle poche speranze reali del territorio italiano, vedi la Toscana, la Franciacorta, il Piemonte”.

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