Vendemmia 2023 la più ‘leggera’ degli ultimi sei anni. Le previsioni di Assoenologi, Ismea e Uiv

2023-09-12T12:23:31+02:0012 Settembre 2023 - 12:23|Categorie: Vini|Tag: , , , , |

Roma – Scende di poco sotto i 44 milioni di ettolitri la produzione vitivinicola italiana, in calo del 12% rispetto ai 50 milioni del 2022. È quanto mostrano le previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini (Uiv) presentate oggi al Masaf, secondo cui la vendemmia 2023 potrebbe essere la più ‘leggera’ degli ultimi sei anni. A caratterizzarla gli “ormai cronici dei mutamenti climatici”: +70% le giornate di pioggia sui primi 8 mesi dell’anno scorso. La fotografia del vigneto Italia è quella di un Paese spaccato a metà: al Nord si confermano i livelli dello scorso anno (+0,8%) mentre al Centro, al Sud e nelle Isole si registrano flessioni rispettivamente attorno al 20% e 30%. Protagonista dell’annata è la Peronospora – malattia fungina determinata dalle frequenti piogge – che non ha lasciato scampo a molti vigneti soprattutto del Centro-Sud. La contrazione volumica complessiva comporterebbe la cessione del primato produttivo mondiale alla Francia, la cui produzione è stimata attorno ai 45 milioni di ettolitri a -2% sul 2022.

Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, quella che stiamo affrontando è, sul fronte dei volumi produttivi, “una vendemmia molto complessa”. Diverso il discorso sulla qualità del prodotto, dove in certi casi, secondo Cotarella, si raggiungeranno “punte di eccellenza”. “La contrazione produttiva di quest’anno non deve costituire un elemento di preoccupazione”, aggiunge il Commissario straordinario di Ismea, Livio Proietti, “visto il livello elevato di giacenze, che ha superato i 49 milioni di ettolitri, posizionandosi come il dato più alto degli ultimi sei anni. Il tema non è tanto la perdita della leadership italiana in termini di volumi prodotti, piuttosto il rallentamento della domanda interna ed estera, che sta deprimendo i listini soprattutto dei vini da tavola e degli Igt”. Per il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi: “Non ci possiamo più permettere di produrre 50 milioni di ettolitri come nelle ultime vendemmie, e non può essere una malattia fungina a riequilibrare una situazione che ha portato di recente al record di giacenze degli ultimi anni. Sorprende, a questo proposito, come molti si preoccupino ancora di rimanere detentori di uno scettro produttivo che non serve più a nessuno”.

Torna in cima