Volete un consiglio spassionato? Parlate di prezzi e di margini con i consumatori. Nel vostro supermercato

2024-02-19T08:40:09+02:0019 Febbraio 2024 - 08:40|Categorie: Il Graffio, in evidenza, Retail|Tag: , , , |

Di Luigi Rubinelli

Mentre qualcuno si attarda ancora a parlare delle meraviglie del Trimestre anti-inflazione (alias Carrello tricolore, che, detto per inciso, è stato un fallimento organizzativo e politico) sta montando un nuovo obiettivo di speculazione e di comunicazione: i prezzi dei supermercati e dei loro margini.

Non si tratta di fare la guerra a questo o a quell’altro settore (anche se bisognerebbe parlare di condizioni di privilegio come nel caso delle acque minerali o delle esenzioni Irpef concesse agli agricoltori che già denunciano guadagni da fame ma con trattori da 60mila euro in su), si tratta invece di spiegare con pochi numeri ai consumatori che entrano negli esercizi commerciali come stanno le cose. A questo proposito anche Angelo Frigerio ha scritto recentemente sulla necessità di far capire ai clienti il valore e il senso dei prezzi (leggi qui),

Cosa c’è di meglio, allora, di un punto di vendita della Gdo per parlare di quanto incassa un supermercato e quanto guadagna?

Riassumiamo come si compone la rete di vendita della Gdo, discount compresi:

  • 334 ipermercati (superficie ≥ 4.500 mq)
  • 041 Supermercati e Superstore (superficie ≥ 400 mq < 4.449 m2 )
  • 510 Discount
  • 361 Libero Servizio (superficie ≥ 100 mq < 399 m2.

Non avete sempre detto che il punto di vendita è un medium, un luogo di attrazione e di incontro? Beh, allora sfruttatelo. Pensate all’enormità di un piano di comunicazione identico per 25mila e oltre punti di vendita.

Fate come Leader Price (è solo un esempio, se ne possono fare diversi) in Francia che nel suo punto di vendita ha allestito questi corner di comunicazione per spiegare alle persone come stanno le cose.

 

E se proprio volete essere pignoli e dei buoni comunicatori segmentate la comunicazione per macro settori: orticoli, frutta, carne, pesce, vini, acqua minerale, scatolame alimentare, scatolame non alimentare, spiegando quali siano i ricavi e gli utili prodotti in ogni categoria di beni in vendita.

Una comunicazione cosiffatta sarebbe davvero rivoluzionaria.

Perché farlo?

  • Per trasparenza
  • Perché il tema dei prezzi e dei margini della Gdo è ciclico e ritorna in continuazione
  • Perché è un tema di sostenibilità tout court
  • Perché è un tema divisivo che si presta a speculazioni soprattutto sui social media
  • Perché fa parte del vostro mestiere, è una leva di marketing
  • Perché è un argomento politico e prima che lo cavalchi in modo sgangherato la politica (come nel caso del Carrello tricolore) è meglio che sia spiegato dalla Gdo stessa.

Una campagna di comunicazione così articolata produrrebbe un aumento dell’immagine di brand dell’insegna ma anche dell’intero comparto distributivo, molto meglio che fare interviste a quel giornale o a quel canale televisivo che lasciano il tempo che trovano.

I costi? Sono davvero irrisori.

È solo un problema di sicurezza e di comunicazione, visto che siamo tutti immersi nella comunicazione, grande o piccola che sia.

Chi dovrebbe organizzarlo? Federdistribuzione in primis. Se non lo fa, ogni insegna può ritenersi libera di farlo in proprio, con un vantaggio competitivo verso i propri competitori disarmante.

Torna in cima