L’Antitrust bacchetta Società italiana sementi sulla varietà Cappelli. Una questione di ‘grano’

2023-06-20T11:14:27+02:006 Dicembre 2019 - 16:08|Categorie: Pasta e riso|Tag: , |

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, il 12 novembre, ha bacchettato Sis, Società italiana sementi. Secondo l’Authority, la società ha imposto pratiche commerciali sleali disciplinate dall’articolo 62 nei confronti dei coltivatori di grano Senatore Cappelli. E ora deve pagare una multa di 150mila euro. Perché? Facciamo un passo indietro. Nel 2016 Sis si aggiudica la licenza esclusiva, per una durata di 15 anni e valida per l’intero territorio dell’Ue, dei diritti di moltiplicazione e commercializzazione della cultivar grano duro ‘Cappelli’. La società (36 milioni di euro di fatturato) è controllata per il 42,2% da Bonifiche Ferraresi, holding quotata in Borsa che ha tra i suoi soci Fondazione Cariplo e Cassa depositi e prestiti. Nel 2018 entra nel Cda di BF anche Luigi Scordamaglia, Ad di Inalca-Cremonini e consigliere delegato di Filiera Italia e, all’epoca, anche presidente di Federalimentare. Per il restante 57,8%, Bonifiche Ferraresi è ripartita tra vari consorzi agrari e Filiera agricola italiana (5%), società riconducibile a Coldiretti. Presidente di Sis, inoltre, è Mauro Tonello, fino a ottobre 2018 presidente di Coldiretti Emilia Romagna.

L’ingresso di Sis nella questione Cappelli fa storcere il naso a tanti agricoltori. Che le contestano il monopolio sulla filiera e il rifiuto nel fornire le sementi agli agricoltori non iscritti a Coldiretti. Tanto da causare, nel 2017, un’interrogazione parlamentare da parte degli onorevoli Antonio Placido e Giulio Marconi (Sinistra Italiana), a cui segue una rassicurazione sulla liceità della società da parte dell’allora ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Parole al vento…

Un accertamento ispettivo da parte dell’Agcm, in collaborazione con la Guardia di Finanza, avviato a marzo 2019, rileva infatti un significativo squilibrio di forza commerciale tra Sis e le controparti interessate all’acquisto delle sementi. E, il 12 novembre 2019, a conclusione del procedimento istruttorio, l’Antitrust accerta tre condotte contrarie alla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari: la subordinazione della fornitura di sementi solo alla stipula di accordi di coltivazione richiedenti il conferimento dell’intera produzione di granella prodotta; il ritardo o addirittura il rifiuto in maniera ingiustificata della fornitura delle sementi ai coltivatori richiedenti; l’aumento smisurato dei prezzi.

Le intercettazioni hanno aggravato la posizione di Sis. Sull’ambigua arbitrarietà nella scelta dei contraenti del contratto-Sis (concesso ai soci Coldiretti e negato agli altri) numerose mail hanno confermato i sospetti. C’è, ad esempio, uno scambio di mail tra due dipendenti Sis. Uno specifica che il soggetto richiedente “è una cooperativa di Confagricoltura […]”, l’altro scrive: “Allora gli rispondo ‘no’”. Comunicazioni interne alla società confermano anche come, da parte dell’impresa, fosse chiaramente percepita l’illegittimità di alcune attività. In una mail inviata da un commerciale al direttore generale e al presidente di Sis, si legge: “Gentilissimi direttore e presidente, Vi informo che comincio personalmente a prendere insulti e minacce telefoniche per l’azienda di denuncia alle autorità competenti per le mancate forniture di Cappelli al di fuori della filiera. […] Credo sia giusto condividere una strategia di ‘difesa’, da solo non ce la posso fare”.

Torna in cima