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Sentenza storica della Cassazione. Bocciato il concordato Pasta Zara (3). Barilla rischia la revocatoria?

2022-06-27T09:43:27+02:0027 Giugno 2022 - 09:43|Categorie: Grocery, in evidenza, Pasta e riso|Tag: , , |

Di Angelo Frigerio

Roma – La storica sentenza della Corte di Cassazione sul concordato Pasta Zara (leggi qui) apre scenari tutti da scoprire. Fra questi l’acquisizione della fabbrica di Muggia, in provincia di Trieste, da parte di Barilla. Pasta Zara, per far fronte al piano di rientro proposto ai creditori, sigla, a fine 2018 poi confermato nel maggio 2019, un accordo con la società parmense: cede per 118 milioni di euro lo stabilimento, incluso un contratto di co-packing (imballaggio, confezionamento ed etichettatura dei prodotti Zara) per un periodo di cinque anni. Quella di Barilla era stata l’unica offerta presentata. In base al concordato, dovevano essere proprio i proventi della vendita dello stabilimento di Muggia a Barilla a rimborsare i creditori. La fabbrica, con 260 mila tonnellate di produzione potenziale stimata (l’utilizzo effettivo è minore) e 150 addetti costituisce un asset strategico per Barilla. Ora tutto può essere messo in discussione. Una eventuale revocatoria potrebbe rimettere la fabbrica sul mercato. Con le inevitabili conseguenze sia a livello occupazionale sia di strategie industriali. Ma non c’è solo Barilla a rischiare. Ci sono in ballo anche i 25 milioni di euro che Amco ha prestato a Pasta Zara nell’agosto del 2021 ai fini del rilancio della società. Che fine faranno?

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