Parma – Il Consorzio del Prosciutto di Parma torna protagonista ad Anuga, in programma a Colonia dal 4 all’8 ottobre. Come di consueto, l’ente di tutela del Parma Dop metterà a disposizione dei propri associati un ampio spazio (hall 7.1 – stand B018) in cui organizzare incontri con clienti e ospiti.
“Anuga è per noi un’imperdibile occasione d’incontro con gli operatori del settore”, commenta Alessandro Utini, Presidente del Consorzio del Prosciutto di Parma. “Nella cornice di questa manifestazione di riferimento per il food e il beverage, ci aspettiamo di poter instaurare un dialogo proficuo con partner, visitatori ma anche con altre realtà produttive che affrontano le nostre stesse criticità, per condividere visioni e propositi operativi, soprattutto in relazione alle tematiche che attualmente governano la nostra quotidianità. Tra queste c’è senza dubbio quella dei dazi Usa, che rischiano di pesare sensibilmente sugli scambi commerciali con gli Stati Uniti, primo mercato del Parma in fatto di export”.
A tema anche la sostenibilità e la formazione. “La fiera sarà l’occasione per raccontare agli stakeholder che ci faranno visita alcune importanti attività che sono state recentemente realizzate”, prosegue Utini, “tra cui il progetto per la transizione ecologica delle nostre aziende, condotto con il Politecnico di Milano, e la costituzione dell’Accademia del Prosciutto di Parma, dove le giovani generazioni potranno apprendere la cultura e le tecniche di lavorazione del nostro prodotto e portare avanti, negli anni a venire, questa arte millenaria”.
Nel 2024 sono stati marchiati 6.700.000 Prosciutti di Parma. A fronte di un valore alla produzione complessivo di 750 milioni di euro, le esportazioni hanno generato un fatturato di 300 milioni di euro, grazie a un totale di circa 2.540.000 prosciutti – il 38% della produzione – che hanno lasciato l’Italia per dirigersi nei mercati esteri. Un terzo della quota export ha avuto come destinazione gli Stati Uniti, che hanno raggiunto il traguardo storico degli 800.000 Prosciutti di Parma importati, per un valore di circa 100 milioni di euro.