Sermide (Mn) – La produzione suinicola europea è cresciuta del 3% fra gennaio e agosto (in termini di suini macellati), come riporta il sito Teseo by Clal. A trainare la produzione soprattutto Spagna e Polonia, con la Cina come importante mercato di riferimento. Dal 10 settembre, però, Pechino ha imposto dazi provvisori fino al 62,4% sulle importazioni Ue, rendendo quindi l’export meno competitivo e incrementando l’offerta interna. Anche in Italia i prezzi dei suini da macello restano compressi e la tendenza è ribassista.
A livello internazionale, prosegue Clal, la Cina ha ordinato una riduzione di circa 1 milione di scrofe (circa il 2,5% del patrimonio attuale) entro l’inizio del 2026. Secondo Rabobank, la misura potrebbe ridurre la produzione cinese del 3‑5% il prossimo anno, con possibili effetti rialzisti sulla domanda di importazioni nel medio periodo.
Il Brasile continua a crescere nella produzione e nell’export (+14,4% da gennaio ad ottobre 2025), consolidando la propria posizione sui mercati internazionali e beneficiando di un contesto in cui l’Europa sta affrontando incognite e pressioni sui prezzi. In Nord America le mandrie sono ferme o in lieve calo, alla luce dei costi elevati e del minor slancio nell’export.
In Italia i prezzi potrebbero rimanere sotto pressione finché l’offerta europea non si riequilibrerà. La riduzione del patrimonio suinicolo cinese potrebbe aprire opportunità nel 2026, a patto che l’Europa resti competitiva e mantenga relazioni stabili con i principali mercati esteri.