Amadori: botta e risposta tra Francesca Amadori e l’azienda

2022-11-04T09:17:16+02:004 Novembre 2022 - 09:17|Categorie: Carni, in evidenza|Tag: , |

Cesena – Continua a far discutere il licenziamento di Francesca Amadori, licenziata in gennaio dall’azienda fondata dal nonno, Francesco Amadori (leggi qui). L’allontanamento della ex responsabile comunicazione approderà infatti in dicembre al Tribunale del lavoro di Forlì. A sostegno di Francesca Amadori è scesa in campo nei giorni scorsi la consigliera regionale di parità Sonia Alvisi: “La dottoressa Amadori – scrivono i legali della consigliera – ha evidenziato come, più in generale presso il gruppo Amadori, i componenti del consiglio di amministrazione siano di genere maschile e la qualifica dirigenziale sia appannaggio esclusivo del personale maschile. Il bilancio sociale pubblicato dal Gruppo Amadori contiene, sotto tale profilo, dati eloquenti”. A parere dell’ufficio regionale, spiega Cesena Today, i rapporti biennali sulla situazione del personale presentati da Gesco, la società cooperativa al centro della gestione del gruppo Amadori, “confermano statisticamente quanto dedotto dalla ricorrente. Più nello specifico, secondo Sonia Alvisi ci sarebbe “uno squilibrio di genere quanto all’accesso alle carriere, alle promozioni e passaggi di qualifica [e] alle retribuzioni”. Il rapporto entra nel merito del trattamento riservato alla nipote del fondatore: “Emerge come il trattamento retributivo medio riconosciuto alla dottoressa Amadori sia stato inferiore a quello mediamente percepito dai quadri di genere maschile e dai dirigenti”.

Non si è fatta attendere la replica del gruppo, che tramite una nota stampa ha comunicato quanto segue:

“In relazione alle notizie fuorvianti pubblicate sulla stampa, la società ribadisce di agire ed aver sempre agito nel rispetto di etica, codici e regole, in tutela dell’azienda e la sua comunità. Per quanto attiene l’interruzione del rapporto di lavoro con Francesca Amadori, la società Gesco ha già ampiamente presentato nelle sedi opportune solide motivazioni. La società ritiene inoltre corretto, anche per rispetto delle procedure in atto, evitare di alimentare sui media strumentalizzazioni che nulla hanno a che vedere con il cessato rapporto di lavoro, oggetto peraltro di eccessiva e singolare attenzione. Rigettiamo nel mentre, con sdegno e fermezza, ogni illazione o suggestione strumentalmente messe in campo per screditare l’azienda, riservandoci ogni azione utile a tutela della stessa e della sua intera comunità. La nostra storia, fatta di persone serie, di rispetto e di etica del lavoro è la miglior risposta ad accuse tanto infamanti quanto false”.

 

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