Berni (Grana Padano) risponde a Bertinelli (Parmigiano Reggiano): “Il lisozima non è più un conservante. Lo stabilisce il Ministero della Salute”

2022-02-16T18:15:17+02:0016 Febbraio 2022 - 18:12|Categorie: Formaggi, in evidenza|Tag: , , |

Desenzano del Garda (Bs) – Nel corso della conferenza stampa di presentazione sui dati relativi alla produzione di Parmigiano Reggiano, che si è svolta ieri a Milano, il presidente del consorzio ha risposto a una domanda del nostro direttore Angelo Frigerio in merito ai rapporti con il consorzio Grana Padano (leggi qui). A stretto giro di posta la risposta di Stefano Berni, direttore generale del consorzio: “Confermiamo che con i ‘cugini’ del Parmigiano Reggiano ci sono molte sintonie, identità di vedute e anche qualche legittima diversità. In proposito il Parmigiano Reggiano, circa il conservante, si è già opposto al Tar contro il provvedimento dell’11 aprile 2018 con cui il Minsal, sentito il Consiglio Superiore di Sanità (il massimo organismo italiano in materia), si è espresso sancendo che nel Grana Padano il lisozima non è più un conservante, perché ha già cessato la sua funzione di conservante nei primi mesi di stagionatura. Perciò se errare humanum est, perseverare autem diabolicum in quanto la normativa vigente, anche quella europea, stabilisce che un prodotto è un conservante fintanto che ne esercita la funzione ma mai sparirà dalle etichette del Grana Padano la dicitura “lisozima da uovo” quindi solo l’appellativo ‘conservante’, come del resto stabilisce il Ministero della Salute con la stessa nota (in foto). Ben lungi da noi, perciò, l’intento di nascondere la presenza del lisozima. Ciò doverosamente premesso, è del tutto evidente che il venir meno della parola ‘conservante’ nell’indicazione degli ingredienti del Grana Padano possa limitare l’aggressività dei prodotti similari italiani che, grazie all’uso di pratiche produttive vietate nel Grana Padano, esaltano e sfruttano l’assenza di conservante per sottrarre spazi di mercato al Grana Padano. Suscita viceversa non poche perplessità invece il fatto che possa da ciò sentirsi minacciato il Parmigiano Reggiano, che per blasone, prezzo, percepito e per le sue qualità intrinseche non può essere certo messo in discussione per il solo fatto che negli ingredienti del Grana Padano non compare più la dicitura (erronea) ‘conservante’. A ben vedere, tale atteggiamento non dà adeguato riscontro al grande valore intrinseco del Parmigiano Reggiano, specie se ciò deriva dai vertici del Consorzio di Tutela. In ogni caso, il provvedimento del Ministero della Salute contro cui il Consorzio del Parmigiano Reggiano ha ritenuto di fare ricorso, fa stato, almeno fin quando non dovesse essere sancito diversamente dal Tar o dal Ministero stesso”.

 

 

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