Milano – Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano, torna a parlare di dazi e Italian sounding in un’intervista pubblicata sul quotidiano Italia Oggi. Il Parmigiano Reggiano esporta il 43% del totale prodotto e i soli Stati Uniti rappresentano il 22,5% del mercato estero.
In maggiore dettaglio, la Dop copre circa il 7% del mercato americano dei formaggi duri, dove viene venduta a un prezzo doppio rispetto a quello dei parmesan locali. Infatti, come ha sottolineato Bertinelli, “i dazi che ha imposto Trump nel 2019 non ci hanno creato problemi in termini di vendite. Gli americani hanno continuato a sceglierci anche quando il prezzo è aumentato a causa dei dazi”. E aggiunge: “Non si può pensare che mettendo dazi all’importazione di prodotti lattiero caseari si possa tutelare gli agricoltori americani. […] Inoltre, applicare dazi sui prodotti premium italiani, vorrebbe dire aumentare l’inflazione negli Stati Uniti, procedere pertanto in direzione opposta alla volontà del governo Trump che si è posto l’obiettivo di ridurla. Oggi, il vero nemico dei produttori di latte non sono gli altri produttori di latte, ma i prodotti che vengono chiamati ‘latte’ o ‘formaggio’ pur non avendo alcun legame con terra e animali”.
La questione dei dazi, però, è ben più ampia e “ci preoccupa, non solo per quanto riguarda il mercato americano”, afferma Bertinelli. “Dobbiamo far fronte alla possibilità che prenda piede un contesto mondiale di misure restrittive al commercio di latticini“. Ma un’alternativa ai dazi c’è. E la spiega il presidente del Consorzio Parmigiano Reggiano: “Il Consorzio crede nella collaborazione tra Italia e Usa basata sul reciproco riconoscimento delle eccellenze. Anche in stati quali Wisconsin, Massachusets e Vermont ci sono formaggi tradizionali locali a latte crudo realizzati solo lì. Vogliamo lavorare sulle istituzioni, le associazioni e le imprese Usa per supportare il riconoscimento di questi prodotti all’interno dell’Ue affinché vengano tutelati e valorizzati in Europa grazie a un’etichettatura chiara e trasparente”.
C’è poi il tema dell’Italia sounding. Il giro d’affari del falso parmesan, infatti, considerando la sola area extra Ue, è pari a oltre 2 miliardi di euro. “Per questo il Consorzio si batte affinché, anche fuori dall’Ue, il nome parmesan possa essere utilizzato solo per l’autentico prodotto Parmigiano Reggiano“.
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